Fischia CalVARese: Bremer su Zaccagni è da rigore. Manca un giallo a Kamada

Non solo Lazio-Juve, gli episodi più discussi degli anticipi di Serie A: ingiustificate le proteste del Monza
Fischia CalVARese: Bremer su Zaccagni è da rigore. Manca un giallo a Kamada

Andrea Colombo era alla quattordicesima presenza stagionale in Serie A. Un numero significativo: quanto a rendimento, quest’anno si trova appena sotto al podio dei migliori internazionali piu esperti. Eppure la direzione dell’Olimpico appare opaca dal punto di vista tecnico.

Infatti, seppur il direttore di gara lombardo abbia nella precisione tecnica il suo lato forte, in Lazio-Juve è poco brillante e non riesce a trovare una soglia uniforme che dia un riferimento ai calciatori. Diverse le scelte errate dall’inizio alla fine del match. Nel primo tempo Colombo si perde per strada qualche fallo: a “farne le spese” è Allegri, ammonito per proteste dopo un fischio mancante. Eloquente anche l’espressione di Chiesa, che fatica a capacitarsi di alcune scelte del direttore di gara. L’arbitro chiuderà con un totale di ventidue falli sanzionati.

L’episodio più discusso fra le due aree di rigore è la trattenuta di Bremer su Zaccagni. Seppur avvenga a palla lontana, con un solo braccio e di breve durata, la tirata di maglia appare funzionale: l’attaccante prende il tempo al difensore che, scavalcato, non può fare altro che trattenerlo. La dinamica rende l’intervento punibile. Giusti i cartellini gialli, anche quello per proteste a Immobile. Ne manca però uno, a Kamada, per una sbracciata su Rabiot.

Ingiustificate le proteste del Monza

Per un arbitro di esperienza come Gianluca Aureliano, Torino-Monza poteva sembrare una partita facile. Dopo un’ora senza episodi particolari, però, il match dell’Olimpico Grande Torino si accende dal sessantesimo minuto in avanti.

Sul rigore per i granata: Ricci prende il tempo a Pessina, il quale lo trattiene all’altezza del collo. Penalty leggero ma sostenibile nella dinamica. Sull’espulsione di Pessina: entrambe le ammonizioni lasciano qualche dubbio, soprattutto alla luce della soglia d’intervento tenuta dall’arbitro lungo il match. Pochi minuti prima, il Torino reclamava un altro rigore per un presunto fallo di mano di Gagliardini. Corretto tuttavia lasciar proseguire: il pallone finisce sull’addome del centrocampista, e poi gli colpisce il braccio sinistro, che si trova però in posizione naturale, per dare stabilità al corpo. Nel finale grandi lamentele del Monza, che chiede rigore per l’intervento di Lovato su Dany Mota. In realtà il difensore colpisce il pallone rinviandolo, e in contemporanea prende anche il piede dell’avversario. Giusto non fischiare.

Quando la partita rimane agonisticamente nella norma riesce a farsi accettare ma quando il match sale di tono accusa troppo le proteste, come quando risparmia il giallo a Izzo che per ben due volte gli dà contro in maniera veemente.

Loftus-Cheek non fa rigore su Belotti

Fabio Maresca, uno degli arbitri dal rendimento più costante in questa Serie A, torna a dirigere un big match a distanza di quasi due mesi da Inter-Juve.

Solo uno l’episodio contestato (a dire il vero senza particolare veemenza) in area di rigore: nel primo tempo Belotti richiama un penalty per un tocco di braccio di Loftus-Cheek. Il tocco dell’inglese è di gomito, ma l’arto è ben attaccato al corpo e il movimento è coerente con la dinamica. Non ci sono gli estremi per una sanzione. Il direttore di gara campano chiude con venti falli fischiati.

Maresca non sbaglia neanche sotto il profilo disciplinare, tenendo una linea chiara Giusto il giallo a Biraghi per fallo su Chukwueze e anche quello a Martinez-Quarta, che stende Leao a ridosso dell’area con un intervento molto duro. Forse eccessiva la sanzione a Thiaw per fallo su Kouame. Nel finale ammoniti anche Tomori per perdita di tempo e Loftus-Cheek (fallo su Madragora, era diffidato).

Maresca gestisce il match con padronanza, e si pone nella maniera più giusta anche nel rapporto coi componenti delle panchine. Lo dimostra il colloquio con Vincenzo Italiano sul finale del primo tempo, che si conclude con un sorriso da parte dell’arbitro e con un cenno del capo accomodante da parte del tecnico.

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