Durissimo comunicato della Lega di Serie A contro la decisione del Ministro Abodi di costruire un'agenzia di controllo dei conti del calcio che vada in sostanza a sostituire la Covisoc e quindi a mettere le decisioni economiche sportive in mano alla politica. "All'esito della riunione con i club, convocata alle 14 dal presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, le società, fermo restando l'impegno già più volte manifestato per migliorare la sostenibilità economico-finanziaria e la trasparenza dei controlli nel calcio italiano, hanno espresso all'unanimità la contrarietà rispetto alla proposta di istituire un'agenzia governativa per la vigilanza economica e finanziaria sulle società sportive professionistiche, rivendicando l'autonomia dell'ordinamento sportivo dalla politica. Inoltre - prosegue il comunicato - tutti i club di Serie A hanno nuovamente ribadito la necessità di procedere verso una piena autonomia della Lega Serie A all'interno dell'ordinamento sportivo".
Gravina difende la Covisoc
"Quello che sta avvenendo in queste ore con questa attività, questa agenzia, la ritengo forse irriguardosa nei confronti di tre magistrati che fanno parte dell'attuale organizzazione della Covisoc, professionisti straordinari, super partes. Ci si accorge improvvisamente che da oggi la Covisoc non e' più indipendente quando la Covisoc storicamente, lo dice la storia e lo dico anche io, ha una funzione assegnata per legge ovvero quella di assicurare che una società parta ed arrivi alla fine del campionato". Così il presidente della Figc Gabriele Gravina a margine di un convegno a Firenze all'università: "La Covisoc non ha l'impegno di incidere sul bilancio per farti migliorare o peggiorare, quella è una tua scelta, la Covisoc deve garantire al nostro sistema che tu parti ed arrivi perché non deve alterare il valore dell'equa competizione. Mi ritengo una persona molto positiva e stiamo cercando di lavorare, portare a casa e facendo i lavori a casa, impegnandoci il più possibile, per portare degli elementi che diano l'immagine ed un'idea di un mondo, quello del calcio, che non è tutto negativo. Quando il nostro mondo conta su un milione e quattrocentomila tesserati, con tredicimila campi, organizza 560mila partite l'anno, una partita ogni 58 secondi, quando questo mondo tanto bistrattato paga e versa allo Stato oltre nove miliardi in dieci anni, e riceve 978 milioni di contributi dallo Stato, vuol dire che per ogni euro che il calcio riceve ne restituisce 19,7. Questi dati dovrebbero portare il nostro mondo a pretendere, legittimamente. L'ho detto in maniera molto chiara ai miei amici della Federazione e delle leghe, io non andrò mai dalle autorità di governo per il calcio a fondo perduto, non è giusto perché noi siamo un settore industriale che deve sapersi gestire, ma è giusto pretendere pari dignità rispetto ad altri settori dell'economia del nostro Paese".
Insorge anche il Basket: "Autonomia lesa in forma e sostanza"
"In merito alla costituzione di una Agenzia per la vigilanza economica e finanziaria sulle società sportive professionistiche, la Federazione Italiana Pallacanestro e la Lega Basket Serie A, anche a seguito dell’odierno incontro tra il Presidente Giovanni Petrucci e il Presidente Umberto Gandini, rendono noto quanto segue premettendo di ritenere forte il rischio di un condizionamento dell’autonomia, sottratta giorno dopo giorno, dell’ordinamento sportivo". Così in una nota congiunta la Federazione italiana pallacanestro e la Lega Basket Serie A. "FIP e LBA sono estremamente stupiti non solo per essere stati tenuti all’oscuro di questo provvedimento che riguarda anche i club della Serie A di basket ma anche per averlo appreso, nonostante l’evidente coinvolgimento diretto, dalle agenzie di stampa, metodo del tutto irrituale", prosegue la nota al termine dell'incontro andato in scena oggi. "Si conferma dunque, con totale mancanza di considerazione del mondo del basket, la tendenza a chiamare in causa la pallacanestro solo quando deve concorrere a oneri previsti a carico dei club di calcio. Tendenza che risulta ancor più rilevante rispetto ad una forma che incide sulle stesse fondamenta dall’intero sistema sportivo professionistico a squadre, in particolare sull’iscrizione ai campionati e, sembra, sulla giustizia sportiva; entrambe specificità dello sport. Entrando nel merito del provvedimento - conclude la nota - la Lega Basket Serie A, dopo aver letto il testo della norma, non può che esternare preoccupazione per i tempi e le modalità di applicazione dello stesso. Basti pensare che i club iniziano a curare gli adempimenti per l’iscrizione al Campionato già alla fine di aprile e, nel corso della stagione, sono soggetti a periodici e continui controlli. Non comprendendo l’urgenza di un provvedimento come questo, FIP e LBA anticipano sin da ora come l’intenzione di ribaltare sui club di Serie A i costi, ingentissimi, previsti annualmente per l’agenzia, trova entrambi i soggetti nettamente contrari anche in virtù del fatto che il basket professionistico, contrariamente a quanto prevede la legge, è da anni tenuto al di fuori della ripartizione dei contributi che gli spetterebbero in forza del Decreto Melandri che, si ricorda, si applica a sport professionistici a squadre. Tali costi, a tutto voler concedere, dovrebbero quantomeno essere suddivisi proporzionalmente tra i due sport in base ai rispettivi fatturati. FIP e LBA, avuta solo ora la dovuta visibilità sulla situazione, auspicano che il Governo, prima di assumere il provvedimento in questione, chiami al tavolo il basket, al pari del calcio, per tutte le opportune considerazioni".
Malagò prova a ricucire: No agli scontri
“Nella vita c’è sempre margine di ricucitura, poi la parola scontro mi sembra sbagliata. Vorrei vedere cosa avrebbe fatto il ministro Abodi o qualsiasi altra persona al posto del presidente del Comitato Olimpico che ha letto questa notizia da terze persone. C’è sempre la possibilità di rimediare, ma ripeto non entro nel merito della sostanza, tempi e modi sono l’aspetto centrale della mia riflessione e credo si faccia fatica a disconoscerlo”. Lo ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò sullo scontro in atto con il ministro dello Sport Andrea Abodi, sul controllo dei bilanci dei club sportivi, a margine di un incontro a Milano. Ai cronisti che gli chiedevano se il Governo stesse provando l’occupazione politica della Serie A il presidente Malagò ha risposto: “Dico solo che tempi e modi non possono essere accettati”. Su eventuali controproposte da presentare al ministro Abodi, Malagò ha concluso spiegando che: “Non sono io l’unico artefice di una controproposta, si stanno riunendo adesso in Federazione che per altro non è solo quella del calcio, ma anche della pallacanestro, e io ritengo di tutti gli sport che sono diventati tutti lavoratori sportivi”.