In queste prime 12 giornate di Serie A, abbiamo visto decisioni sbagliate, altre addirittura incomprensibili, mancanza di uniformità. Le polemiche sono aumentate, si rischia l’anarchia tecnica. Ma dove sta il problema? Di chi è la colpa? Lo dico una volta per tutte: mi sono stufato di vedere addossata ogni responsabilità agli arbitri, di sentir dire che “sono scarsi”. Per arrivare in Serie A, tranne il caso raro dei talenti assoluti che nascono una volta ogni 30 anni, serve sempre una trafila di almeno dieci anni di sacrifici, studio, impegno. No, i nostri arbitri non sono scarsi. Ciò che manca, come ho ripetuto spesso, è la formazione tecnica. Lo si capisce andando a riascoltare l’audio di La Penna, Var di Atalanta-Udinese: non sento parlare di un braccio, quello di Hien, che va verso il pallone e non viceversa; non sento parlare di un arto che si alza mentre l’altro rimane fermo, perché il difensore sa che il pallone passerà lì; non sento parlare del fatto che il pallone non viene deviato ma arriva da lontano. Incredibile come si analizzi l’episodio con superficialità, senza partire dal punto di contatto (ho sentito parlare di «spalla»).
