Il caffè sospeso a Napoli è un caffè offerto a uno sconosciuto che verrà dopo. Né l’Inter né il Napoli sono così generose da offrire lo scudetto, ma a 12 giornate dalla fine (11 per Inter, Napoli e Atalanta) la classifica lascia tutto aperto o, se volete, in sospeso. Perché nessuno ha la forza di andare in fuga lungo questa salita, forse perché scarseggiano le energie e abbondano gli infortuni, forse perché dopo anni di squadre quasi perfette che, a un certo punto, si impadronivano del campionato, tutte le candidate al titolo hanno difetti che le zavorrano.
Qualsiasi sia la ragione siamo al paradosso che se domani la Juventus battesse il Verona in casa (che se non riesci a battere l’Empoli con i Primavera in campo resta comunque un’impresa) arriverebbe a sei punti dal primo posto. Anche ieri l’Inter ha dato l’impressione di essere la squadra più forte del campionato per quantità e qualità di giocatori a disposizione, ma ancora una volta è parsa mancare della fame e della cattiveria con cui chiudeva le partite (o le sigillava) l’anno scorso. Anche ieri il Napoli ha dato l’impressione di essere una squadra di Antonio Conte, irriducibile e solida, oltretutto con un calendario che potrebbe mettere in discesa il finale.