Infantino: «Si cambi l’offside». Giusto!

Il presidente della Fifa a Dubai lancia la proposta, ora tocca all’International Board. E di solito è lunga
 Infantino: «Si cambi l’offside». Giusto!© EPA

Gianni Infantino vuole cambiare la regola del fuorigioco. Sintetizzando al massimo: si fischia quando l’attaccante è completamente oltre il difensore. Resta da stabilire cosa si intenda esattamente per «completamente oltre», ma il concetto è chiaro: rendere meno assurda una regola che punisce chi cerca il gol (il fine ultimo del calcio) per pochi centimetri. In un lungo e autocelebrativo intervento a Dubai, il presidente della Fifa ha anche accennato a nuove regole per ridurre al minimo le perdite di tempo. Al netto di cosa si pensi di Infantino e del suo modello di calcio, sono due proposte molto sensate. Il fuorigioco resta uno dei nodi più controversi del gioco del calcio. Nato nel 1859 per punire una condotta considerata “sleale”, ovvero quella di aspettare la palla dietro i difensori, è stato più volte rimaneggiata nel corso di due secoli, creando sempre qualche problema di comprensione e di interpretazione, nonché infiniti dibattiti, sensati e meno sensati.

Come si calcola il fuorigioco

Oggi viene stabilito per via “elettronica”, ma in verità è una grande menzogna che il meccanismo del Saot (Semi-Automated Offside Technology) abbia sterilizzato l’errore umano, per due fondamentali ragioni: la scelta del fotogramma al quale fermare l’azione conserva un margine di arbitrarietà umana e, soprattutto, la definizione della telecamera sulla quale si calcola il fuorigioco può dare uno scarto di 20 o perfino 40 centimetri e quindi è uno strumento potenzialmente fallace a definire offside di 10 centimetri (ci sono videocamere da 120 fotogrammi al secondo che garantiscono una certa accuratezza, ma possono anche esserci videocamere da 50/60 fotogrammi al secondo che riducono della metà la precisione). Quindi quello che viene venduta come tecnologia infallibile ha, in realtà, non pochi buchi e, inoltre, quando annulla un gol per la punta di un piede spalanca la porta a molte perplessità.

La proposta di Infantino

Per carità, dura lex sed lex, soprattutto se fosse davvero uguale per tutti, ma - diciamolo - il buon senso è un’altra cosa. Riportare il concetto di attaccante completamente oltre il difensore lascerebbe comunque aperta la “questione dei centimetri”, ma visivamente ci sarebbe un impatto più accettabile. Quindi: magari, caro Infantino, ma tutto è nelle mani dei parrucconi dell’International Board, forse una delle istituzioni più conservatrici del mondo e sempre molto refrattaria ai cambiamenti (anche quando sono sponsorizzate dal capo della Fifa). Sulle perdite di tempo, invece, non è una nuova regola che serve, ma una nuova cultura sportiva, quella che il calcio e i calciatori hanno calpestato e umiliato nel corso degli ultimi trent’anni in un crescendo di simulazioni, turbate e trucchetti che hanno reso la visione di certe partite stucchevole e diseducativa.

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Serie A

Serie A, i migliori video