Lookman, quell'abbraccio con la mamma che dice tutto

Dietro il campione una storia di grandi sacrifici e sofferenze, fino all'incontro con Gasperini che gli ha cambiato la carriera
Lookman, quell'abbraccio con la mamma che dice tutto© Getty Images

Quando avevano appreso il suo nome, per i bergamaschi la crasi era stata immediata: Ademòlamia. A Dublino hanno imparato perché, nella nigeriana lingua yoruba, Ademola significa "una corona viene aggiunta alla mia ricchezza" o anche "una corona viene data a me ". A chi , se non a Lookman, nato ventisei anni fa a Wandsworth, Sud-Ovest di Londra, si doveva attribuire la corona di superbomber, primo giocatore capace di segnare tre gol nell'atto decisivo dell'Europa League. Nel passato, in una finale continentale (escluse la Coppa delle Fiere e la Supercoppa Europea) c'erano riusciti Ferenc Puskas, Alfredo Di Stefano, Pierino Prati e Jupp Heynckes. Fra le centinaia di immagini che hanno immortalato la storica impresa dell'Atalanta ce n'è una, indelebile, molto coinvolgente: ritrae la Super Aquila nigeriana abbracciato alla mamma, ebbra di gioia con il figlio. Che ha raccontato: "Quando ero piccolo, vivevamo nel quartiere difficile dove ci eravamo trasferiti. Mia madre faceva lavori precari, ogni giorno si sobbarcava molti sacrifici, la vita era dura, il frigo era sempre vuoto. Spesso andavo a mangiare a casa di amici. Se non ho mai mollato, se non mi sono mai arreso, se sono riuscito a diventare un calciatore come desideravo, è stato grazie a lei. Mamma mi ha insegnato che cosa voglia dire la parola sacrificio".

Nella notte irlandese, si è capito quale sia stata una delle motivazioni che abbia spinto Ademola a dare il meglio di sé, micidiale scheggia gasperiniana conficcata nella difesa del Bayer, neocampione di Germania, imbattuto da 51 partite, 143 reti all'attivo. Il secondo dei tre centri dell'Incoronato è stato premiato dall'Uefa quale miglior gol dell'intera Europa League: tunnel a Xhaka, scatto, destro dal limite dell'area di rigore che si è infilato nell'angolino basso alla sinistra di Kovar. Assieme a Djimsiti, Koopmeiners e Ruggeri, Lookman figura nella Top 11 del torneo che l'Italia non vinceva da venticinque anni, dal '99 del Parma di Malesani. "Today we made history", oggi abbiamo fatto la storia, ha gridato al mondo Ademola, nel 2022 pagato 9 milioni di euro dall'Atalanta al Lipsia, dov'era approdato dopo le giovanili nel Charlton e prima dei prestiti al Fulham e al Leicester. Oggi ne vale almeno il quintuplo.

Lookman è un altro dei molti giocatori ai quali Gasperini ha cambiato la vita, avendo intuito come valorizzarne le caratteristiche tecniche: da ala pura in azione lungo la fascia a incursore lungo tutta la linea d'attacco, saltando l'uomo in velocità per arrivare alla conclusione. Ademola a Dublino ha tirato 3 volte in porta e ha segnato 3 gol, percentuale del cento per cento; ha toccato il pallone 61 volte; gli sono riusciti 30 passaggi; ha tentato 8 dribbling, ha subito 4 falli, le altre volte è scivolato via come un'anguilla fra Tapsoba, Frimpong e Incapié. Lookman è l'uomo che guarda, ma, basiti, a guardarlo sono stati gli avversari. Durante la premiazione, sbarcando a Bergamo dall'aereo, nelle sue storie social, Lookman si è tenuto ben stretto Il pallone della partita, premio a chi ne segna tre, il che non gli era mai riuscito prima. E ben stretta a sé ha tenuto la madre, euforica con gli altri familiari per il ragazzo che al cattolico St. Thomas the Apostle College era uno studente modello e, se non avesse voluto fare il calciatore, avrebbe fatto l'avvocato secondo i desideri dei genitori. I quali, però, l'hanno lasciato libero di scegliere. 'God is great, Dio è grande', sta scritto sul suo Instagram, in omaggio alla fede che l'ha aiutato a superare lo choc per la morte di Anwalu, il migliore amico dell'adolescenza, scomparso a 13 anni. E la fede, si sa, sposta le montagne.

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