Cacace made in italy: lo seguiva la Juve, è in A con l'Empoli

Nato in Nuova Zelanda da genitori italiani, è già stato protagonista con la propria Nazionale alle Olimpiadi di Tokyo
Cacace made in italy: lo seguiva la Juve, è in A con l'Empoli

TORINO - Ma no, non è vero che il mare è tutto uguale. Ne passa, eccome, di differenza dal cupo oceano della baia di Wellington, tra i prati della Nuova Zelanda, allo scintillante azzurro davanti a Massa Lubrense, tra i colori squillanti del Mediterraneo. Quello che non cambia sono i rimbalzi del pallone che dall’altra parte del mondo hanno permesso a Liberato Giampaolo Cacace di tornare in Italia dalla porta principale, la Serie A, per scrivere un’altra pagina della più grande storia italiana: quella dell’emigrazione e dei suoi infiniti rivoli. Perché sì: Liberato è di nazionalità neozalendese, di mestiere fa il calciatore con specializzazione terzino sinistro e lo ha comprato l’Empoli all’ultimo tuffo del calciomercato, ma la sua storia parte appunto da Massa Lubrense e l’hanno scritta due genitori italiani, papà Antonio e mamma Luisa. Ma...? Un momento: mamma Luisa era già neozelandese prima di partire con Antonio! Un pasticcio? No, semplicemente un altro tassello che va a completare l’immenso puzzle dell’emigrazione degli italiani (massì, gli stessi che adesso fan gli schizzinosi verso gli altri immigrati: la memoria è spesso un optional cui si rinuncia perché troppo scomodo). E, dunque, già il bisnonno fu costretto a emigrare in cerca d una migliore qualità della vita (ne avrebbero fatto a mano pure loro, eh...) nel 1927. Antonio, poi, ha ripercorso le orme degli antenati per proseguire la tradizione di ristoratori: agli inizi degli Anni 90 ha aperto a Petone, nella baia di Wellington, la “Bella Italia”. Il progetto gli è riuscito talmente bene da finire, unico in Nuova Zelanda, tra i 70 migliori ristoranti-pizzeria italiani al mondo.

La carriera

Liberato nasce lì, ma nemmeno per un secondo pensa al rugby, lo sport dei neozelandesi. In famiglia si respira calcio, si fanno le ore piccole per seguire le partite in Italia e lui comincia prestissimo a giocare nell’Island Bay United, squadra dilettantesca dove i compagni lo ribattezzano subito “Libby”. Ad appena 17 anni, tra lo stupore di papà Antonio («Racconta poco, è riservato») esordisce tra i professionisti in Australia con il Sidney. Lo porta in Europa il club belga Sint-Truden nel 2020. In Belgio conferma la qualità (bella corsa, forza fisica, buona tecnica) e si fa notare anche alle Olimpiadi (segna un gol pazzesco: cercatelo su youtube) con la Nazionale neozelandese. A crederci è stato l’Empoli, ma il ragazzo era seguito anche da Juventus, che lo voleva per l’Under 23, e Milan: «Tra gli addetti ai lavori non è certo un nome sconosciuto» ha spiegato il ds dei toscani, Pietro Accardi. Insomma: ben tornato in Italia, Liberato Giampalolo Cacace, è chissà che invece dei (degnissimi, per carità) oriundi, la Nazionale non possa guardare, più di quanto già fa e visto che la politica non si smuove per naturalizzare quelli “nuovi” nel Paese, ai tanti “italiani” in giro per il mondo. La strada, da Giuseppe Rossi giù fino a Vincenzo Grifo, è già tracciata.

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