Italiano, lo schema per il gol Fiorentina: il difensore diventa attaccante

Martinez Quarta sblocca la partita contro l'Udinese, ma non si tratta di una rete nata dagli sviluppi di un calcio piazzato
Italiano, lo schema per il gol Fiorentina: il difensore diventa attaccante

Lo scontro dialettico fra sostenitori della costruzione dal basso e nemici giurati dell'uscita pulita con il portiere a partecipare è destinato a durare ancora un po'. Dipende sempre da come si costruisce e da come si esce dalla pressione degli avversari. Ma quanto accaduto a partire dal trentunesimo minuto di Udinese-Fiorentina può ridare linfa vitale a una discussione spesso stucchevole e mai abbastanza in grado di arricchire chi ascolta.

Sul risultato di 0-0, allo Stadio Friuli, un'interessante novità arriva proprio dal giro palla della Fiorentina di Italiano. E porta il più concreto dei risultati: il gol del vantaggio viola. Un movimento tattico che ha ben poco di estemporaneo, frutto del lavoro settimanale, che fa la differenza.

Martinez Quarta: da difensore centrale a incursore

Rimessa dal fondo: Terracciano mette giù la palla e l'Udinese schierata gli offre poche soluzioni. Prova prima un lancio per Kouame, poi la palla va a Nzola per tornare nuovamente da Terracciano. Il portiere viola cerca di nuovo Kouame, lo trova, palla a Biraghi, poi di nuovo Terracciano. Ed ecco la mossa per scombinare l'Udinese: Maxime Lopez scambia la posizione con Martinez Quarta, abbassandosi accanto a Ranieri mentre l'argentino va ad agire da centrale di centrocampo. Palla a Lopez, poi Kayode, poi ancora Terracciano, che lancia lungo dopo aver ottenuto l'effetto desiderato: aver attratto gli avversari, creando spazio in mezzo. Infatti Mandragora appoggia di prima al volo per Bonaventura, che stoppa sterza e vede il movimento di Martinez Quarta, partito per attaccare la profondità. Lo schema coglie di sorpresa Walace, che molla l'argentino per poi provare a rincorrerlo quando è troppo tardi: a tu per tu con Silvestri, Martinez Quarta colpisce in diagonale.

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