"Che ci fa il Frosinone in Serie A? Non attira spettatori, né interessi, né emittenti nel campionato. Se non possono competere, se finiscono ultimi, dovrebbero pagare una multa e non dovrebbero ricevere denaro" - aveva dichiarato De Laurentiis al New York Times nel 2019. Parole poco carine nei confronti di una piccola società che stava iniziando il proprio percorso di crescita. Il destino le ha fatte incontrare e questa volta il presidente del Napoli ha dovuto abbassare la testa, dopo un 4-0 al Maradona a favore di gialloblu. Un manifesto della crescita del club.
La replica di Stirpe e la promessa mantenuta
Il presidente Stirpe di certo non era rimasto immobile e aveva risposto alle parole di De Laurentiis, mantenendo anche una promessa: "Mi sembrano dichiarazioni di una persona che ha la sindrome di Napoleone. Lo sport deve insegnare il rispetto per gli avversari. Queste parole si commentano da sole e le rispedisco al mittente. Abbiamo il progetto di crescere in modo sano e attraverso i nostri mezzi" - detto, fatto. Il Frosinone in questi anni ha valorizzato il proprio marchio, ha dato un'identità precisa al proprio gioco, prima con Grosso e ora con Di Francesco, e sta puntando molto sui giovani, grazie al gran lavoro di Angelozzi. Il patron dei ciociari aveva terminato la sua replica con una stoccata: "Siamo stati capaci di realizzare uno stadio mentre altri che hanno risorse ben più importanti delle nostre non hanno regalato alla città un’infrastruttura del genere. Le uniche modifiche che il calcio italiano deve fare sono quelle che devono prendere come punto di riferimento il calcio inglese, tedesco o francese. Non come capita in Italia dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri" - riguardo questo è cambiato molto poco.