Sui singoli
"Messias? È un giocatore di talento. Può saltare l’uomo e fare gol. Può fare assist per gli attaccanti. Mi spiace per lui perché è stato un anno molto complicato. Ha avuto tantissimi infortuni. È stato difficile per lui allenarsi con continuità. Nelle ultime cinque settimane invece si è allenato tutti i giorni, ma si vede che gli manca il ritmo partita. Vitinha? Credo che il gol che ha fatto contro il Milan gli dia fiducia. Per me Vitinha è come Messias o Ekuban. Sono giocatori che hanno saltato troppi allenamenti e partite. E quindi è difficile avere il ritmo gara. Dobbiamo ritrovare la soluzione giusta perché per noi abbiamo avuto tante assenze nella fase offensiva ed è troppo per la nostra squadra. Malinovskyi, Thorsby e Miretti out? Dobbiamo trovare la soluzione giusta. Miretti ha fatto benissimo sulla sinistra. Thorsby ha giocato bene in questo ruolo. Abbiamo giocatori in panchina che non ha giocato tantissimo, poi c'è anche Junior Messias che ha giocato a sinistra, così come Kassa che ha ricoperto questo ruolo. Possiamo schierare anche Martin. La cosa più importante è avere questo atteggiamento e questa intensità e giocare con questo spirito. Ed è questo che ho chiesto ai ragazzi fino all’ultima partita. Cosa cambia con o senza Thorsby? Quando è in campo è un riferimento. Dal punto di vista tattico è un giocatore che, messo bene sul campo, fa un lavoro tattico fantastico per la squadra. È importante avere esperienza a questo livello. Per domenica sarà squalificato e darà l’opportunità ad un altro ragazzo di giocare. Pinamonti? Lo vedo sempre felice perché sta giocando e per un attaccante porta fiducia. Non molla mai. Col Milan ha finito la partita con i crampi. I suoi atteggiamenti in campo sono l'esempio del calcio di oggi. Norton-Cuffy? È un giocatore giovane e i giovani hanno bisogno di fiducia. Ha fatto tre partite di fila e la fiducia cresce. Ha disputato partite interessanti ma deve continuare a fare passi in avanti. Credo che debba migliorare di più negli aspetti difensivi ma è un giovane che deve crescere. Recuperi dall'infermeria? L'unico che recupera per la partita è Onana. Per gli altri invece è ancora troppo presto", ha proseguito Vieira.
Sulle esperienze con Juve e Inter
"In un'intervista ho detto che ho imparato il modo di preparare calcio in Italia? Stavo parlando delle mie esperienze avute quando avevo 18 anni, dei miei tempi all'Inter e di quando ero alla Juventus. Nel calcio italiano i giocatori sono preparati molto sull’aspetto tattico e fisico. In generale le partite in Italia sono preparate sui dettagli", ha concluso Patrick Vieira, in riferimento ad alcune sue recenti dichiarazioni: "Ho fatto nove anni con Wenger all’Arsenal, mi è sempre piaciuto il suo modo di essere sempre disponibile al dialogo con i giocatori, mi ha fatto crescere molto. Di Mourinho ho apprezzato la gestione della squadra sotto pressione, anche Mancini è stato importante sul piano mentale. E poi Capello, prima al Milan e poi alla Juve. Ma fondamentali sono state le esperienze nel settore giovanile di City e Strasburgo. Gli anni da giocatore in Italia mi hanno aiutato? Milan, Juve, Inter. Assolutamente sì, anche quegli anni sono serviti. C’è molto del suo passato nella prossima finale di Champions? Vero. Andrò a Monaco per la finale. Da bambino arrivai a Parigi e mi piacque subito il Psg, di cui ero tifoso. Penso a Rai, Ginola, Weah. Ma dentro di me c’è anche una parte interista, sono rimasto a Milano tre anni e mezzo ed è stato un periodo meraviglioso. Credo che meriterebbe di vincere l’Inter per quello che ha fatto negli ultimi anni, ma pure il Psg, che ha avuto il coraggio di lasciare andare via uno dei tre giocatori più forti del mondo, Mbappé, eppure è arrivato in finale. Comunque vada, sarò felice".