© © TVRG Roberto Garavaglia/ag. Aldo LiveraniGENOVA - Arrivato in punta di piedi, senza stravolgere niente. Ha parlato prima di tutto con Criscito e Murgita che avevano guidato la squadra a Reggio Emilia contro il Sassuolo in quella che è stata la prima vittoria stagionale. Poi con i giocatori e si è messo subito al lavoro. Daniele De Rossi in quattro gare da tecnico del Genoa ha conquistato 8 punti frutto di due successi e due pareggi. 2-2 casalingo contro la Fiorentina e 3-3 a Cagliari. Poi ha spezzato il tabù Ferraris sconfiggendo il Verona 2-1 quindi è andato a trionfare a Udine sempre per 2-1. Con un 3-5-2 ordinato, con indicazioni precise, con la consapevolezza di avere tra le mani un gruppo che aveva raccolto poco ma che avrebbe meritato di più e anche rendendo onore al lavoro di chi c’era prima di lui e ha costruito la rosa.
La cura De Rossi
Il ritorno in panchina dell’ex centrocampista della Roma e della Nazionale non poteva essere migliore e ne stanno godendo proprio i tifosi del Genoa. Un solo passo falso, quello in Coppa Italia contro l’Atalanta, ma figlio di una scelta precisa: vedere all’opera le seconde linee, gara peraltro falsata dall’essere rimasti in dieci per oltre un’ora. De Rossi giorno dopo giorno sta plasmando questa squadra che risponde in maniera positiva. «Lottano come una famiglia, lottano veramente. Ho fatto parte di squadre che lottavano per finta, che lottavano in otto, dove chi entrava faceva lo schizzinoso o l’offeso. Questa è una squadra che sono stato fortunato ad ereditare perché chi l’ha costruita l’ha fatto con valori umani importanti. I ragazzi stanno bene insieme e sono tanto contento per chi è entrato e per come è entrato. Questo mi rende davvero felice perché dobbiamo coinvolgere tutti».
"Ogni partita si può vincere"
Parole positive per tutti e il rammarico di non aver dato spazio ad altri elementi della panchina. Le mosse del secondo tempo al Bluenergy sono la dimostrazione che la mano dell’allenatore può fare molto. Inserendo Messias per Malinovskyi ed entrambi i due attaccanti, Ekuban ed Ekhator per le punte iniziali, Colombo e Vitinha, ha lanciato un messaggio prima ancora che all’Udinese ai suoi stessi giocatori e cioè che non voleva che si abbassassero ma anzi cercassero ancora di pungere. E dai tre subentrati è nata l’azione che ha portato al gol di Norton-Cuffy. «Qualcosa abbiamo dato, siamo contenti, ma ho troppa esperienza nel mondo del calcio per venire qui a gonfiare il petto e a specchiarmi in questo inizio, in questo avvio che mi rende felice, ma sono anche convinto che sarà ancora molto lunga. Adesso prepareremo partite contro squadre che sono più forti di noi, i ragazzi lo sanno. Dico loro sempre la verità, dico loro quando giochiamo contro squadre meno forti di noi, dico loro quando giochiamo contro squadre forti di noi e ogni partita si può vincere. Io ho perso contro squadre ultime in classifica, io ho vinto contro squadre fortissime, quindi ogni partita si può vincere, basta che non manchi mai questo atteggiamento qua, questo spirito qua, in quelli che partono e in quelli che subentrano».
