Conte in trincea: «Certi proclami sono fatti ad arte per darci qualche bella saccagnata»

Il tecnico dell'Inter: «La Lazio è un ostacolo molto impegnativo: se entriamo in campo con i giocatori ancora inebriati dagli elogi nel derby significa che non abbiamo capito niente»
Conte in trincea: «Certi proclami sono fatti ad arte per darci qualche bella saccagnata»© www.imagephotoagency.it

APPIANO GENTILE - Tre punti per continuare a sognare. Antonio Conte sfida la Lazio per ottenere la quinta vittoria consecutiva in campionato: «Ostacolo molto, molto impegnativo, uno dei più difficili da inizio stagione. Affronteremo una squadra che ha una propria identità, che è allenata da un bravissimo allenatore, forse anche sottovalutato, nonché una formazione ben rodata con un grande progetto alle spalle. Dobbiamo sapere, non a chiacchiere, che sarà una partita difficile dove ci sarà bisogno della spinta di tutti. Prossimi undici giorni difficili? Noi dobbiamo pensare partita dopo partita, dobbiamo concentrarci sull’oggi e sul fare bene quello che ci aspetta nel presente. Per noi quello con la Lazio è un altro step, un altro test di verifica: se entriamo in campo con i giocatori ancora inebriati dagli elogi nel derby significa che non abbiamo capito niente. Bisogna subito resettare tutto e dare risposte importanti. Il nostro sarà un percorso lungo: ci sarà da cadere e noi dovremo essere bravi a rialzarci. Sento tanti proclami: sono in questo mondo da tanto tempo e so che tutto questo è fatto ad arte per darci qualche bella saccagnata. Voi, per esempio, non considerate il Napoli che è una squadra molto, molto forte. Oltre alla Juve che è molto, molto, molto forte. Ogni giorno presenta un indice di difficoltà e noi dobbiamo essere bravi a superarli tutti sapendo che c’è una sola strada per farlo che è la serietà nel lavoro. Il paragone con Simeone? In campo eravamo simili, due giocatori “box to box”. A Madrid ha trovato il suo posto ideale dove portare la sua idea, mentre io sono stato un po’ più girovago. Se mi vedo all’Inter per tanti anni? Quando inizi un nuovo progetto la speranza è sempre che sia lungo e duraturo perché più stai in un club, più significa che hanno assimilato le tue idee. Sicuramente per un allenatore riuscire a rimanere per un po’ di tempo in una società è la cosa migliore e io mi auguro che questo accada visto che al massimo sono stato in un club per tre anni. Ripartire da zero è sempre molto più complicato perché devi trovare le persone che devono supportarti. In questo devo ringraziare il lavoro che sta facendo Lele Oriali, un grazie che non finirà mai. E lo stesso vale per Javier Zanetti (i due assistono Conte in conferenza, ndr)».

L’argomento scivola poi su Sanchez: «È importante allargare la base dei titolari perché per vincere le partite devi sempre tenere le marce alte. Al tempo stesso devo buttare dentro altri nel momento in cui mi accorgo che mi danno determinate garanzie. Quando mi renderò conto che Alexis può dare quello che chiedo, potrà essere inserito. Discorso che vale pure per Biraghi, Lazaro e Bastoni. Io devo fare gli interessi dell’Inter, non devo accontentare nessuno». Nessun cambio è previsto in difesa: «Godin ha riposato in Champions, De Vrij ha avuto un piccolo affaticamento e, per la posizione che occupa, può giocare un bel tot di partite consecutive». La forza di questa Inter è in difesa ma pure in un centrocampo che ha già segnato 5 gol con Brozovic, Sensi e Barella: «Sono contento perché, al di là di chi segna è importante vincere le partite e fare gol. Più frecce abbiamo a disposizione, meglio è. Anche in passato i centrocampisti hanno avuto un ruolo determinante nelle mie squadre. Barella? E’ un generoso: dobbiamo incanalare tutta la sua energia nella strada che vogliamo. Ci sono tutti gli ingredienti perché Nicolò diventi una colonna di questa squadra per un decennio»

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