Inter, Sensi: "Un mese fa la Juve, poi tutto è cambiato"

Il centrocampista: "Ci siamo ritrovati in una situazione difficile, non possiamo fare allenamenti, non possiamo giocare. Da casa cerchiamo di mantenere un ritmo simile a quello dell'allenamento"
Inter, Sensi: "Un mese fa la Juve, poi tutto è cambiato"© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

MILANO - ''E' passato un mese dall'ultima partita giocata contro la Juventus. Da quel giorno le cose sono cambiate tanto, ci siamo ritrovati in una situazione difficile, non possiamo fare allenamenti, non possiamo giocare. Da casa cerchiamo di mantenere un ritmo simile a quello dell'allenamento'': Stefano Sensi, protagonista della videochiamata dell'Inter, risponde alle domande dei tifosi e racconta come è cambiata la situazione nell'ultimo mese, trenta giorni dopo l'ultima sfida giocata dai nerazzurri, quella contro la Juventus a Torino anche se Sensi non era stato convocato per infortunio. ''Dobbiamo restare a casa è l'unica arma che abbiamo'', ricorda il centrocampista nerazzurro.

I compagni

“Io e Barella ci siamo trovati fin da subito, ci conoscevamo già dalla Nazionale, siamo quasi coetanei, andiamo d’accordo e in campo ci troviamo bene, lui è un grande calciatore. Mi trovo molto bene con i miei compagni di reparto, Brozovic, Barella, Gagliardini, Vecino, Eriksen, Borja Valero, tutti. Ma in generale siamo una squadra molto unita, davvero un bel gruppo, mi mancano tutti, se devo fare due nomi dico Brozovic e Handanovic perché ci stuzzichiamo molto e andiamo molto d’accordo. I più simpatici? Brozovic, Barella, Lukaku, ma tutti abbiamo la battuta pronta”.

I momenti più importanti

“Quando sono arrivato all’Inter ho vissuto un’emozione strana, da fuori sapevo di entrare in un Top Club, per la squadra e le persone che ci lavorano, però una volta che sei dentro ti accorgi che lo è ancora di più, per l’organizzazione e i tifosi che sono magnifici e ti fanno sentire parte di una grande famiglia. I momenti che ricordo con più emozione sono il primo gol a San Siro, mi ricordo ancora l’urlo dei tifosi, quando hanno gridato il mio nome mi è venuta la pelle d’oca, è stato magnifico e poi l’ingresso in campo alla prima partita di Campionato, mi immaginavo una cosa del genere ma vedere lo stadio pieno tutto nerazzurro mi ha colpito tantissimo. È stato bellissimo anche giocare contro il Barcellona, venendo da una squadra più piccola, arrivare a giocare al Camp Nou fa effetto, poi il Barcellona è sempre stata la squadra che ho seguito più di tutte, quindi è stata un’emozione doppia”.

La crescita personale

“Fin dal ritiro mi sono allenato con un’intensità e movimenti diversi, Conte mi ha fatto crescere da mezz’ala, quindi penso che i miei miglioramenti di quest’anno siano legati al mister. Il periodo dell’infortunio? Non l’ho vissuto bene perché un infortunio è sempre qualcosa di negativo, soprattutto se porta via tanto tempo come è successo a me, vedere i compagni allenarsi, giocare e stare in tribuna non è bello da calciatore ma sono contento che tutto sia passato e di averlo lasciato alle spalle”. Le parole di Mancini e De Zerbi? “Sono stati allenatori importanti per me, De Zerbi mi ha fatto crescere tanto, mi ha dato fiducia in Serie A e Mancini lo stesso, mi ha dato fiducia con la convocazione in Nazionale e anche questo mi ha fatto crescere”.

Vita privata

“Il mio cantante preferito in questo momento è Ultimo, fa delle canzoni molto belle, anche nei testi. Ho conosciuto Giulia a Cesena, durante un aperitivo, avevamo due amici in comune. Io non dovevo andarci, poi un mio amico mi ha convinto e lì ho conosciuto lei, è stato il destino. Il tatuaggio del panda l’abbiamo fatto insieme perché è stato sempre il nostro simbolo, il nostro portafortuna. Fin da bambino un’altra mia passione oltre al calcio è sempre stata il tennis, è uno sport che seguo molto. Come persona mi definirei socievole, simpatico, come calciatore preferisco non darmi una definizione perché devo ancora crescere tanto e non voglio darmi un’etichetta ora”.

Obiettivi

“La mia top 3 a centrocampo è composta da Pirlo, Iniesta, Xavi. Xavi è sempre stato il mio idolo, Iniesta e Pirlo sono due centrocampisti magnifici. Champions o Mondiale? Se potessi scegliere ovviamente direi entrambe le cose, la Champions League con l’Inter e il Mondiale con la Nazionale. Per quello che mi riguarda sono felice di essere arrivato fino a qui ma l’ambizione non deve mai mancare, quindi voglio lavorare e fare molto di più per migliorarmi. ”.

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