Conte-Inter: torna il sereno. Ma il nodo è il mercato

Il tecnico e il club hanno vedute leggermente differenti in merito ai rinforzi: sarà la prova del nove
Conte-Inter: torna il sereno. Ma il nodo è il mercato© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

MILANO - Inter-Torino era una sorta di bivio per il club nerazzurro e Antonio Conte: vincere per ritrovare sorriso e serenità e provare a rimettersi sui binari giusti in vista del finale di stagione; non vincere per entrare in una crisi profonda a seguito di una settimana che definire turbolenta, è poco. Con i granata sono arrivati i tre punti e molte delle nubi che sorvolavano Appiano Gentile si sono dissolte. Non tutte, impossibile sia così, ma di certo battere il Toro e agguantare il secondo posto, ha aiutato a ricreare un determinato clima in casa nerazzurra che il ko contro il Bologna aveva reso pesantissimo.

Mano tesa

Aver ritrovato il successo è stato importante, come il contorno della partita. Ovvero le parole equilibrate di conforto di Beppe Marotta nel pre-partita, con un messaggio di chiara stima e fiducia verso il tecnico e il lavoro svolto; ma soprattutto quelle di Conte nel post-gara. Il «costruire qualcosa di importante» è il nocciolo della questione. Quello che chiarirà la situazione, che servirà a far capire a Conte se l’Inter potrà dargli quella che lui riterrà una squadra da scudetto, oppure se non avrà quei giocatori ritenuti da lui determinanti per puntare allo scalpo della Juventus. La questione non è nuova e si è già vista sia l’estate scorsa sia a gennaio: il tecnico vuole elementi esperti, magari già da lui allenati, che siano pronti per la missione immediata, ovvero vincere subito; l’Inter - che ovviamente vuole tornare ad alzare trofei, ma soprattutto competere nel tempo -, non esclude colpi del genere, ma vuole investire in particolare su giovani, di grande talento e prospettiva, come Hakimi, già pronto per calcare certi palcoscenici, o gli stessi Tonali e Kumbulla. Conte non boccia gli ultimi due, sia chiaro, ma, per vincere la Serie A, servono gente come Vertonghen, Vidal, Allan, Kessie o addirittura Kante. Questi, però, sono gli estremi. 

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