Moratti: “Juve ti prendiamo!”

L’uomo della Uefa ’98 e della Champions 2010 a cuore aperto dopo il 5-0. L’Inter, Zhang e un obiettivo: vincere. “Avanti tutta con Conte che lavora come Mourinho. Sono felice per Zhang. La Coppa ci darà la spinta per lo scudetto”
Moratti: “Juve ti prendiamo!”© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

MILANO - Un tempo si chiamava Coppa Uefa, oggi è Europa League. Ma per l’Inter, vincerla, può essere ugualmente un nuovo inizio. La parabola vincente di Massimo Moratti è partita da Parigi, 6 maggio 1998 con il 3-0 alla Lazio griffato dai gol di Ivan Zamorano, Javier Zanetti e Ronaldo “Il Fenomeno”, stella polare di quell’Inter allenata da Gigi Simoni, scomparso proprio in questo nefasto 2020. Venerdì il Gruppo Suning a Colonia può riportare il club a vincere (anche) grazie all’acquisto di Romelu Lukaku, che - in questo magico gioco di coincidenze - segnando un gol al Siviglia raggiungerebbe i 34 gol realizzati dal brasiliano, come il collega alla prima stagione italiana. Massimo Moratti, se non ci fosse stato il Covid, lunedì sarebbe stato a Düsseldorf, invece ha vissuto la mattanza sullo Shakhtar dal suo buon ritiro di Forte dei Marmi. E, finita la festa, ha ricevuto il messaggio di Steven Zhang. L’Inter, a dieci anni da Madrid, può alzare al cielo un’altra Coppa che la riporterebbe definitivamente nell’aristocrazia del calcio continentale. «È stata una partita esaltante - racconta al telefono il presidente del Triplete con il trasporto da primo tifoso dell’Inter quale è - che ha dimostrato come questa squadra stia vivendo una crescita costante. Prima il Getafe, poi il Bayer, quindi gli ucraini: in ogni partita l’Inter ha dato sempre di più. E questo è quello che spinge a essere davvero ottimisti anche per la finale con il Siviglia».

La partita con gli andalusi, a dieci anni dal Triplete, rappresenta un po’ un cerchio che si chiude?
«Beh, non dimenticherei però la Coppa Italia vinta l’anno seguente e quanto fatto da Leonardo in quel campionato che era nato male per i motivi che tutti sanno. E Leo è stato bravissimo a rimettere le cose a posto. Però, devo ammettere che è interessante il fatto che questo cammino compiuto in Europa sia arrivato esattamente dieci anni dopo il trionfo di Madrid e credo che, al di là di quanto succederà con il Sivilgia, sia davvero iniziato un nuovo percorso».

Cosa glielo fa dire?
«Lo vedi da come la squadra è stata strutturata, dall’impostazione che le è stata data, dal gioco espresso in campo: tutti fattori che inducono a essere molto ottimisti».

Leggi l’intervista completa sull’edizione odierna di Tuttosport

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