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Di Stefano Pasquino
MILANO - Lo scudetto si vince a maggio, ma si decide ad aprile. Sei giornate in ventitré giorni: l’Inter è attesa da un tour de force simile a quello a cui è stata sottoposta nella prima parte di stagione, quando il campionato si alternava con la Champions. Ieri è arrivata l’ufficialità del recupero con il Sassuolo, fissato per il 7 alle 18.45 (diretta tv su Dazn) che va a incastonarsi tra la trasferta di Bologna e la gara a San Siro contro il Cagliari. L’altro infrasettimanale sarà il 21, a Spezia (dove è già caduto il Milan...), impegno che segue il viaggio a Napoli e precede la gara a San Siro con il Verona, ultima del mini-ciclo che può decidere il torneo ben prima dell’uno-due finale con Roma e Juve che anticiperà l’ultima al Meazza contro un’Udinese presumibilmente in acque tranquillissime.
Il ritorno del turnover
Facile pensare, anche alla luce delle fatiche supplementari a cui saranno sottoposti molti interisti in nazionale, che il turnover tornerà a essere un dogma per Antonio Conte che comunque avrà una settimana piena per preparare la gara più difficile nel menù, quella di Napoli, campo storicamente indigesto ai nerazzurri, anche se nell’ultimo campionato l’Inter è riuscita a rompere il sortilegio che durava dall’ormai mitologico gol di Galante unito all’autorete di Turrini nel 1997. Ieri intanto, visti i tempi, è arrivata un’altra buona notizia dai tamponi: nessuna nuova positività nel gruppo squadra che vede ai box Handanovic, De Vrij, D’Ambrosio e Vecino più due uomini dello staff.