© Marco Canoniero
MILANO - Ormai è chiaro che Hakimi diverrà un giocatore del PSG a breve: siamo ai dettagli per quella che è stata l'operazione obbligata, da parte dei nerazzurri, per chiudere il bilancio della stagione dello scudetto con il minor danno possibile a livello di passivo in bilancio (il secondo che sarebbe potuto partire è Martinez, ma ora si vedrà). La somma spesa dai francesi è di 70 milioni ma gli ultimi sviluppi sono stati decisvi: si era partiti dall'offerta di 50 milioni più bonus a fine maggio per poi aprire un'asta vera e propria che coinvolgesse pure il Chelsea, disposto a offrire 55 milioni oltre a Marcos Alonso ma, alla fine, Hakimi ha scelto Parigi anche per esigenze della moglie (attrice spesso impegnata nella capitale transalpina) oltre al fatto di aver subito accettato l'ingaggio di 8 milioni propostogli dai parigini. Di fatto questa cessione aiuta l'Inter a chiudere i conti con meno paura a ridosso del 30 giugno ma vanno comunque raggiunti dei risultati economici in accordo con Oaktree, che ha già versato il suo finanziamento di 275 milioni, per intero, nelle casse del club. E quindi, in questa prima fase del mercato, il PSG piazza il secondo colpo di mercato attingendo da Milano: dopo Donnarumma, che ha accettato i 12 milioni per 5 anni di ingaggio proposti da Leonardo, adesso arriva anche Hakimi, ripercorrendo una storia già vissuta in passato da ambo le parti all'ombra del Duomo ma con animi opposti (all'epoca serenità, adesso decisamente rabbia e delusione anche a causa delle modalità). Era il 2012, quando i francesi acquistarono Thiago Silva e Ibrahimovic per 63 milioni totali, necessari a sistemare i conti del Milan (all'epoca di porpiretà della Fininvest) e nel 2020, invece, era stato Icardi a fare le valigie per trasferirsi all'ombra della Tour Eiffel.