Inter, Inzaghi e giocatori: servono risposte dopo l’elettroshock

Club compatto nella ricerca di una soluzione alla crisi. I nerazzurri però sono chiamati a svoltare: altrimenti sono guai
Inter, Inzaghi e giocatori: servono risposte dopo l’elettroshock© Inter via Getty Images

MILANO - Anche ieri tutti i dirigenti erano regolarmente presenti alla Pinetina. Ulteriore testimonianza, semmai ce ne fosse bisogno, di quanto sia delicato il momento per l’Inter. Giovedì Beppe Marotta ha convocato gli “Stati Generali” al centro sportivo, per capire da allenatore, staff e giocatori cosa non stia funzionando, per un confronto di idee e per dettare la linea dirigenziale, alla luce (anche) del troppo nervosismo mostrato in campo dai giocatori (Brozovic, Barella e Martinez i più agitati nelle gare con Lazio, Milan e Bayern). Con il Torino le risposte andranno però date in campo, per invertire una tendenza che, in Serie A, ha visto i nerazzurri peggiorare rispetto a un anno fa tutti i parametri più importanti (punti in classifica, gol fatti e gol subiti). L’Inter ha infatti 4 punti in meno (9 in questo campionato, 13 nella prima stagione di Inzaghi quando la squadra ha fatto filotto nelle prime 5 giornate, mancando la vittoria solo a Marassi con la Samp quando finì 2-2), ha segnato meno (11 gol contro 18) e incassato più reti (8 contro 5). Paradossalmente, la vera differenza la sta facendo la produzione offensiva: pure l’anno scorso la squadra difettava in equilibrio e, nella prima fase di stagione, incassava regolarmente una rete (difatti, come quest’anno, solo una volta Handanovic era rimasto imbattuto, col Genoa alla prima giornata), però riusciva a compensare gli squilibri difensivi segnando a raffica e producendo occasioni in continuazione. Fatta eccezione per il pareggio con la Samp, arrivarono solo goleade: 4-0 al Genoa, 1-3 a Verona, 6-1 al Bologna e 1-3 a Firenze. D’accordo, quest’anno l’Inter ha già dovuto affrontare un paio di scontri diretti - e questo pesa nel confronto - però è la sensazione che dà la squadra in campo ad aver fatto scattare l’allarme, come provato dall’iper-attivismo dei dirigenti in questi giorni. Perché l’Inter non solo ha deluso in termini di risultati, ma ha mostrato una condizione fisica deficitaria, poche idee su come sviluppare la manovra e mancanza di equilibrio tra i reparti.

Per Inzaghi è la gara spartiacque

Ieri Inzaghi è rimasto in silenzio dopo aver parlato prima del derby e onorato gli impegni con la Uefa previsti a corollario della sfida con il Bayern: un “pitstop” previsto e utilissimo come decompressione dopo una settimana che ha provato un po’ tutti all’Inter, ma soprattutto l’allenatore. Quella con il Torino è considerata da Inzaghi una gara-spartiacque: vincerla potrebbe essere viatico per la rinascita anche perché la squadra tornerebbe a fare un pieno di fiducia in vista delle due trasferte (Plzen e Udine) che precederanno la sosta per lasciare spazio alle Nazionali. Tra l’altro, sarà un test interessante anche perché finora l’Inter non ha ancora incontrato nessuna squadra della “classe media”: in un calendario alquanto sbilanciato nel grado di difficoltà degli scontri, oltre ai big match con Lazio e Milan, i nerazzurri hanno affrontato due neopromosse (Lecce e Cremonese) e una squadra che ha come obiettivo la salvezza (Spezia). Tra l’altro, prima di recitare il “de profundis” sull’Inter bisogna ricordare che nell’ultimo torneo la squadra ha trovato la quadra soltanto dalla seconda metà di novembre quando, a partire dal 3-2 al Napoli, sono arrivate otto vittorie consecutive in campionato, con sei partite concluse senza subire gol. L’equilibrio è l’obiettivo a cui punta Inzaghi che quest’anno avrà pure un Lukaku in più nel motore, anche se l’infortunio del belga ha giocoforza rallentato il suo reinserimento nel mondo Inter. I primi a credere in Dzeko e compagni sono i tifosi che nel tardo pomeriggio si sono dati appuntamento in settantamila a San Siro nella speranza di rivedere un’Inter in grado di produrre calcio e divertire. Obiettivo di Inzaghi è cancellare i fischi che hanno accompagnato l’uscita dal campo della squadra dopo il ko con il Bayern Monaco, sconfitta che pure preventivabile anche se la speranza era di vedere un’Inter in partita fino all’ultimo. Le scorie di quanto accaduto martedì non sono state ancora sedimentate tra i tifosi, come prova il tam-tam sui social. Per questo l’Inter deve cercare di prendere il Toro... per le corna: il Meazza può essere sì un fattore, ma pure un teatro delle torture, come sanno bene pure i giocatori dell’Inter.

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