L’Inter è in vendita: chi sono i possibili acquirenti

I due advisor, Goldman Sachs e Raine Group, avrebbero già individuato un paio di candidati tra Usa e Regno Unito

Il bollo notarile sull’ormai prossima cessione dell’Inter lo ha messo il Financial Times. Il quotidiano londinese, punto di riferimento per la City e bussola dei mercati finanziari internazionali, ha confermato come stiano lavorando alla pratica Goldman Sachs e la banca statunitense Raine Group, che ha gestito la cessione del Chelsea tra Roman Abramovich e Todd Boehly a seguito dell’invasione russa in Ucraina. Gli advisor inizieranno la ricerca di potenziali acquirenti per il club nerazzurro a partire da questa settimana (e qui sta la novità rivelata dal Financial Times). A rendere l’affare complicato è il prezzo che Suning dà al club, vale a dire 1,2 miliardi di euro, quanto valutato il Milan nella trattativa tra Elliott e RedBird. Secondo indiscrezioni provenienti da ambienti finanziari, gli advisor avrebbero in mano un paio di autorevoli candidature arrivate da Stati Uniti e Regno Unito. L’opzione a stelle e strisce, anche alla luce delle ultime acquisizioni nel nostro calcio, resta quella più quotata, in tal senso va ricordato come nelle scorse settimane fossero stati abbinati al club nerazzurro i nomi di Vivek Ranadivé, presidente dei Sacramento Kings e Marc Lasry, co-proprietario dei Milwaukee Bucks, e imprenditore a capo del fondo Avenue Cbapital. «È una situazione che si pone sopra la mia testa - ha sottolineato Beppe Marotta, tra gli ospiti del Gran Galà del calcio Aic dove sono stati premiati Barella, Brozovic e Simonetti per le Women - però da amministratore delegato dell’Inter posso dire che la proprietà è molto vicina al club e ha sempre adempiuto ai propri obblighi finanziari. E devo dire che la famiglia Zhang, nella sua gestione, ha profuso circa 800 milioni di euro, dimostrando grande attaccamento all’Inter».

Skriniar: 1° round dopo il Plzen

Finora dal club nerazzurro è sempre filtrata l’idea di cercare un partner, ma sembra il film già visto ai tempi di Massimo Moratti (che poi vendette la quota di maggioranza a Erick Thohir). In tal senso risultano sospetti i frequenti viaggi di Steven Zhang in California nelle ultime settimane (ufficialmente per motivi non legati all’Inter) e pure il fatto che Suning voglia evitare di alterare i parametri societari cristallizzati, in primis il monte-ingaggi. In tal senso va letta pure la decisione - al contrario di quanto trapelato dopo Barcellona - di posticipare l’incontro con il procuratore di Milan Skriniar a dopo la gara con il Viktoria Plzen quando (si spera) sarà chiaro il destino dell’Inter in Champions considerato che basterà battere i cechi per conquistare gli ottavi e intascare i venti milioni che saranno architrave su cui costruire la trattativa per il rinnovo: «A breve affronteremo il discorso con lui e c’è la volontà di trovare un accordo. Io sono certo che abbiamo a che fare con un professionista serio che ama l’Inter e sono quindi fiducioso che si possa iniziare una negoziazione serena per arrivare a una conclusione positiva. Molto dipende però da lui, da quanto ha intenzione di fare».

La carezza a Inzaghi

Inevitabile, da parte di Marotta, fare anche un punto sullo stato di salute della squadra, rinata dopo la vittoria col Barça a San Siro anche grazie al patto stretto tra i giocatori che si sono parlati ricompattandosi in nome del bene comune: «È come se avessimo iniziato il campionato con un handicap invisibile, poi c’è stato un confronto all’interno dello spogliatoio e a questo si è unita l’abilità dell’allenatore, bravissimo a ricompattare l’ambiente e oggi abbiamo una squadra che è fotocopia di quella dell’anno scorso che ha conquitato tanti punti fornendo prestazioni di alto livello».

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