Inter in vendita, Marotta e Ausilio fanno da scudo

Come ai tempi di Conte, le notizie su Suning possono mandare in frantumi lo spogliatoio: il soccorso dei dirigenti a Inzaghi
Inter in vendita, Marotta e Ausilio fanno da scudo© Inter via Getty Images

MILANO - «Facile vincere senza pagare gli stipendi», aveva sentenziato, con piglio da Grillo Parlante, José Mourinho nel giorno del suo insediamento a Roma tirando a sorpresa una stoccata all’Inter. Si sbagliava, José: non è facile, è difficilissimo. Basta chiedere ad Antonio Conte, Beppe Marotta e Piero Ausilio che costruirono una bolla intorno alla Pinetina nella primavera del 2021 quando Suning varò un fortissimo piano di ridimensionamento per l’Inter che avrebbe portato agli addii dello stesso Conte, di Romelu Lukaku e di Achraf Hakimi, con tanto di decurtazione al monte ingaggi (che inizialmente colpì proprio gli stipendi) nonché al diktat, imposto ai dirigenti, di chiudere il mercato con un pesante attivo. Quest’ultimo paletto è ancora in cima ai pensieri di Suning per la stagione in corso: questo significa che il budget per la sessione di mercato invernale sarà inesistente, che un big dovrà salutare entro il 30 giugno e che i soldi della qualificazione agli ottavi di Champions (ossigeno puro, anche perché inattesi dopo il sorteggio di Istanbul) serviranno da architrave per proporre il rinnovo di contratto a Milan Skriniar. La decisione di incontrare il suo procuratore dopo il match col Plzen (e non dopo il Barça, come inizialmente previsto), dimostra quanto sia dirimente passare il turno in coppa. Altrettanto dirimente sarà la risposta di Skriniar: in caso (difficile) di una sua chiusura al rinnovo, il centrale potrebbe essere sacrificato a gennaio per non perderlo a zero. Ipotesi quest’ultima, va ribadito, non d’attualità considerato che è convinzione comune all’Inter di poter prolungare i il contratto allo slovacco a cui è stata consegnata (in assenza di Brozovic e con Handanovic in panchina) pure la fascia da capitano.

Inter, gli advisor puntano alla cordata

Al netto dei discorsi legati a Skriniar, le prossime settimane si preannunciano dense di novità sotto il profilo societario. Il 28 ottobre, innanzitutto, è stata convocata l’assemblea dei soci che dovrà ratificare i 140 milioni di passivo nel bilancio chiuso al 30 giugno. A officiare l’assise, Steven Zhang che, come da copione, ribadirà la solidità della proprietà e confermerà la linea ufficiale che vuole le mosse di Suning volte alla ricerca di un socio. A Nanchino, nonostantele verità di facciata (e il dispiacere di Zhang Junior che a Milano sta benone), da un po’ hanno deciso di vendere il club, tanto che Bc Partners, una volta effettuata la due diligence, era arrivato a una quotazione vicina a quella di mercato (800 milioni) a fronte però di una richiesta da 1,2 miliardi. La decisione di affiancare a Goldman Sachs pure Raine Group, la banca d’affari che è riuscita nell’impresa di vendere il Chelsea per 5 miliardi a una cordata americana capeggiata da Todd Boehly, segna un punto di svolta nella vicenda, considerato che è convinzione comune che si possa applicare lo stesso schema (una cordata di imprenditori) anche per accontentare Suning.

Cessione Inter, la squadra è sballottata dalle voci

Questo clima di incertezza non può che ripercuotersi sulla squadra, riproponendo il clima della primavera 2021 quando c’era uno scudetto da conquistare e tante nubi nere all’orizzonte. Marotta e Ausilio sono stati testimoni di quel periodo e saranno preziosissimi alleati di Simone Inzaghi che di suo è tra i migliori allenatori in circolazione nel cementare il gruppo. Quello dei dirigenti non sarà un compito facile, considerato che un terzo della rosa in estate dovrà risolvere situazioni pendenti, in primis Lukaku. Per questo motivo è stato già importante quanto accaduto nei due incontri con il Barcellona. Il fatto, come ha sottolineato Marotta, che sia tornata l’Inter dell’anno scorso, è un’ottima base per cementarsi nelle difficoltà: dopo tutto la squadra è ripartita una stagione fa di slancio proprio per dimostrare che lo scudetto non era stato tutta farina di Conte e Lukaku (allora bollato dal gruppo come un traditore). Nella tempesta può comunque fiorire una grande annata però fondamentali saranno le partite che traghetteranno l’Inter fino alla maxi-sosta mondiale. Imperativo, oltre alla vittoria sul Plzen (non dovrebbe essere un’impresa, dato che i cechi hanno incassato 16 gol in 4 match di Champions, due pure dall’Inter nella sfida d’andata), sarà chiudere bene in campionato per ricominciare di slancio a gennaio quando - secondo più di una fonte economica - l’Inter potrebbe anche avere un nuovo proprietario. In ogni caso, toccherà a Marotta e Ausilio insonorizzare la Pinetina: ci sono riusciti ai tempi di Conte e sono chiamati ora al bis, visto che all’Inter, da qualche anno a questa parte, risulta difficile vivere tranquilli.

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