Boiocchi e i rapporti con le mafie
Già nel 1996 Boiocchi faceva parte di un sodalizio criminale che importava cocaina dalla Colombia. Di questo stesso gruppo Giuseppe e Stefano Fidanzati, due uomini vicini alla cosca Mannino della mafia siciliana. Ma, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti a suo tempo, anche Boiocchi e i fratelli Fidanzati collaboravano anche con la Mala del Brenta. Più di recente, invece, lo si riteneva più contiguo alla ‘ndrangheta, diventata nel frattempo l'organizzazione criminale predominante anche a Milano e in Lombardia. Nel 2020 è infatti stato visto diverse volte ai tavoli del bar Calipso in via Correggio insieme a Vincenzo Facchineri, ritenuto "diretto appartenente della ‘ndrina Facchineri e fratello di Luigi, divenuto boss dell’organizzazione criminale" Anche se, in realtà, è stato visto anche in compagnia di Antonio Francesco Canito, esponente del "clan Magrini, famiglia appartenente alla malavita barese", si legge nelle carte processuali più recenti.
Boiocchi e la "carriera criminale": chi era il capo ultras ucciso a Milano
A maggio di quest’anno la Cassazione aveva bocciato il ricorso di Boiocchi per i 5 anni di Daspo che aveva ricevuto dopo gli scontri del 2018 prima di Inter-Napoli che avevano portato alla morte di Dede Belardinelli. L'allora capo ultras doveva rimanere, nei giorni in cui i nerazzurri giocavano al Meazza, a due chilometri dallo stadio. Il provvedimento era arrivato a metà del 2021, quando la questura aveva richiesto nei confronti di Boiocchi una misura di sorveglianza speciale per la durata di due anni e due mesi, con annesso divieto di avvicinamento all'impianto. Sempre lo scorso anno, dopo parecchio tempo trascorso dietro le sbarre, non appena era tornato a piede libero, l'uomo si era reso protagonista di un altro atto criminale ed era stato colto sul fatto, e dunque arrestato, dagli agenti della Squadra mobile, trovato in possesso di una pettorina della guardia di finanza, un taser, una pistola non immatricolata con munizioni, un coltello e manette. L’attrezzatura, questo il sospetto delle forze dell’ordine, serviva per un’estorsione. Boiocchi era stato anche indagato nell’inchiesta della Procura di Milano che aveva portato all’arresto di tre persone per tentata estorsione aggravata. I delinquenti avevano chiesto due milioni di euro a un imprenditore, titolare di una ditta che offre servizi di pulizie negli appalti sanitari. “Tu devi fare quello che ti diciamo noi, altrimenti ti ammazziamo“, queste le minacce degli arrestati. E ancora: “Fai il bravo, conviene a tutti”. La lista di condanne hanno portato gli inquirenti a indagare più sui rapporti con la malavita che nell'ambiente calcistico per individuare i responsabili dell'assassinio che si è consumato sabato a Milano poco prima del fischio d'inizio di Inter-Sampdoria.