Lautaro graffia: «Inter, voglio continuare a vincere»

«Conquistare il Mondiale è il sogno che avevo da bambino, ora però voglio scudetto, Coppa Italia e Supercoppa»

INVIATO AD APPIANO GENTILE - “Bentornato a casa, campione del mondo”. È il Lautaro-day alla Pinetina. Doveroso per celebrare l’uomo che ha riportato la Coppa a queste latitudini dopo sedici anni, quando fu Marco Materazzi a trionfare a Berlino. Trionfo che il Toro celebrerà con un bel tatuaggio. «Quando ho visto la palla di Montiel entrare ho pensato al fatto che si realizzasse il mio sogno da bambino, ma non pensavo che fosse così bello. Niente è più grande di aver vinto il Mondiale per il mio paese, ma adesso devo pensare a continuare a vincere anche con lInter».

Lautaro: Inter, sei da scudetto. Pronto per Napoli

Il pensiero corre all’Inter: «Nello scudetto ci credo, non è ancora finito il girone di andata, sappiamo che abbiamo perso punti ma ne mancano ancora tanti altri. E poi ci sono campionato e Coppa Italia: noi siamo l’Inter e dobbiamo prepararci a vincere tutto. Cosa mi piacerebbe portare dell’Argentina nell’Inter? Il fatto di non arrendersi, di non arretrare mai perché le partite possono essere lunghissime. I tre momenti più significativi del Mondiale? Il primo è la sconfitta con l’Arabia perché dopo ci siamo parlati e abbiamo iniziato a lavorare. Il secondo? La partita con l’Olanda e quei dieci minuti di recupero dove loro ci hanno raggiunti e pure lì si è vista la forza del nostro gruppo. Infine il rigore segnato da Montiel. Quanto ho dormito dopo? Sull’aereo di ritorno un’ora e a casa pochissimo anche perché Nina aveva il fuso orario. Come torno fisicamente? Abbiamo vissuto un’esperienza forte dal punto di vista mentale più che fisico. Quando non faccio gol cerco di dare una mano comunque alla squadra. A volte non piace quando parlano tanto: da un mese prima di andare al Mondiale giocavo con la caviglia a pezzi, ma nessuno può dirmi che non lascio tutto in partita ma io sono sempre tranquillo quando vado a dormire perché faccio sempre il massimo in partita e anche in allenamento. L’esperienza al Mondiale mi ha reso un calciatore migliore. Ora sono pronto anche per giocare con il Napoli: sto bene e se l’allenatore sceglie di farmi giocare posso dare una mano perché voglio già iniziare a dare una mano per centrare i nostri obiettivi».

Leadership nerazzurra, Nina e la coppa

«Il momento più bello? Quando mia figlia ha toccato la Coppa: mi ha cambiato la vita, dopo che è nata ho vinto tutti i trofei conquistati nella mia carriera. Io un leader nell’Inter? Vincere il Mondiale cambia tutto, ma non la persona che i miei compagni trovano nello spogliatoio. Ho preso responsabilità nello spogliatoio, bisogna sempre dare una mano ai compagni: i gruppi si fanno così. Dopo l’Atalanta, per esempio, i compagni mi hanno ringraziato perché non mi sono mai tirato indietro, ma io sono un duro e so nascondere il dolore». Postilla sui festeggiamenti con i compagni per il mondiale: «Offrire una cena? Non ne abbiamo parlato... Ma possono davvero chiedermi quello che vogliono». E giù una risata.

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