L’Inter di Darmian-Dimarco: la rivincita dei gregari

Sembravano destinati a restare nell’ombra di Dumfries e Gosens, invece hanno conquistato Inzaghi
L’Inter di Darmian-Dimarco: la rivincita dei gregari© Inter via Getty Images

MILANO - La rivincita dei gregari, dei giocatori che sulla carta erano destinati a inizio stagione a vivacchiare in panchina alle spalle di Denzel Dumfries, protagonista nella passata annata, e Robin Gosens, chiamato alla grande rivincita dopo gli infortuni e l’addio di Ivan Perisic. E invece questo ’22-23 sta raccontando un’altra storia. C’è chi, dalle retrovie, ha saputo recuperare posizioni nelle gerarchie, dimostrando di essere cresciuto o di essere ancora il più affidabile. Sono le storie di Federico Dimarco e di Matteo Darmian, il figlio della Nord e il jolly cresciuto nel settore giovanile del Milan. Due giocatori che in estate nei campetti delle probabili formazioni non erano presenti, con Dimarco alternativa a Gosens e Darmian addirittura cambio di Skriniar nella difesa a tre (tant’è che per la fascia era stato ingaggiato Bellanova). Invece il tempo, le prestazioni e la crescente fiducia di Simone Inzaghi, hanno cambiato le carte in tavola e ora i due italiani sono perni della formazione nerazzurra che sta cercando di blindare la zona Champions. Rendimento che ha cambiato e cambierà anche il mercato, perché Dumfries è diventato da alcuni mesi il primo candidato a essere ceduto per le famose questioni di bilancio; ma pure Gosens, per cercare di ritrovare la nazionale persa, a fine annata valuterà il suo futuro per capire se rimanere o cercare nuova gloria altrove.

Che evoluzione

Le luci del 2023 sono finite su Darmian. Perché se è vero che Lautaro dopo il Mondiale ha preso a segnare a ripetizione, non è stato da meno l'inizio d'anno dell'esterno legnanese. Inzaghi, complici prima i problemi fisici di Dumfries dopo il Qatar, poi la situazione in bilico di Skriniar, lo ha schierato otto volte titolare nelle nove partite fin qui disputate e il suo rendimento è stato altissimo. Anche nella sconfitta interna contro l'Empoli, Darmian è stato uno dei pochi che si sono salvati. Darmian ha cominciato alla grande bloccando Kvaratskhelia il 4 gennaio, ha proseguito segnando a Monza e non si è più fermato, arginando Leao in Supercoppa e ripetendosi sia contro l'Atalanta (gara in cui ha pure segnato il gol qualificazione alla semifinale) e nel recente derby di campionato. Dove lo metti, sta e fa bene. Prestazioni eccellenti che hanno inevitabilmente portato al prolungamento del contratto in scadenza il prossimo 30 giugno fino al 2024, con opzione al 2025. Un rapporto solido, seppur nato recentemente, quello fra Darmian e l'Inter, un feeling che ha permesso al club anche di risparmiare qualcosa visto che Darmian ha accettato una leggera riduzione dell'ingaggio rispetto al contratto precedente. Dimarco - più giovane di otto anni rispetto al compagno - il rinnovo fino al 2026 lo aveva invece già siglato nel dicembre 2021, quando si divideva fra il ruolo di vice Perisic o vice Bastoni. In questa stagione, invece, il ragazzo cresciuto nel vivaio ha rapidamente soffiato il posto a Gosens, si è imposto a suon di gol (4) e assist (altrettanti), mostrando una maturità in un top club che fino all'anno scorso non era emersa del tutto. Una crescita che ha notato anche Mancini che ha richiamato Dimarco in Nazionale dopo otto mesi dalla prima convocazione (senza esordio) e, in assenza di Spinazzola, lo ha promosso a titolare sulla sinistra (ben 8 gettoni nel 2022). Erano gregari, Darmian e Dimarco, ora sono due trascinatori.

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