Inter, contro le piccole cala l’attenzione

Alti e bassi nel rendimento dei nerazzurri. Quando affronta le grandi, la squadra di Inzaghi sfodera prestazioni da Champions. Nelle altre partite tende a gestirsi
Inter, contro le piccole cala l’attenzione© LAPRESSE

INVIATO A BOLOGNA - Innanzitutto sfatiamo un falso mito: dopo la Champions, l’Inter ha ottenuto 4 vittorie, battendo Torino (1-0), Sassuolo (2-1 al Mapei), Salernitana (2-0) e Sampdoria (3-0). Due le sconfitte arrivate prima di quella di ieri a Bologna, ma soltanto una (3-1 a Udine) imputabile alle fatiche di Coppa, considerato che il 2-0 subìto dalla Juve e Torino è arrivato dopo “l’amichevole” con il Bayern in cui Simone Inzaghi aveva utilizzato tutti i riservisti. La partitaccia con i rossoblù, gara comunque tutt’altro che banale visto il ruolino recente della squadra di Thiago Motta, va spiegata piuttosto in un allarmante e diffuso calo di attenzione (e di rendimento) quando l’Inter incontra le medio-piccole, figlio evidentemente dell’idea che lo scudetto sia perso (e su questo non ci piove) che però si unisce a un’altra idea, quella che comunque un posto tra le prime quattro non sarà difficile conquistarlo. E così la squadra gioca, pure in campionato, i big match come in Champions, mentre nelle altre gare si gestisce o, peggio ancora, non si sintonizza proprio sull’appuntamento. A inizio stagione - quando l’Inter era invece in deficit fisico rispetto alla concorrenza - accadeva il contrario: la squadra era super-concentrata in tutte le partite e quindi vinceva con chi le era inferiore, mentre perdeva contro le big.

Ben più pericoloso è quanto sta accadendo nel 2023, iniziato battendo il Napoli (che - alla luce dei punti persi nello scontro diretto - nelle restanti 23 partite ha fatto 21 punti più dell’Inter, un’enormità) e proseguito con i due derby vinti (3-0 a Riad, 1-0 in campionato), con il successo sull’Atalanta in Coppa Italia (1-0) e chiuso con il preziosissimo 1-0 al Porto. Imprese inframmezzate dal 2-2 a Monza (al di là di quanto accaduto sul gol ingiustamente annullato ad Acerbi, l’Inter iniziò la ripresa esclusivamente pensando di gestire il vantaggio), dal ko con l’Empoli a San Siro (0- 1), dallo 0-0 a Marassi con la Samp e, “dulcis in fundo” dalla sconfitta di Bologna. Vero è che a Inzaghi avrebbe potuto inventarsi qualcosa a livello tattico (facile a dirsi, difficile metterlo in atto con tre attaccanti in rosa e nessuno che possa fare l’ala), però risulta singolare mettere alla gogna un allenatore che era stato esaltato dopo l’1-0 “mourinhano” al Porto. Le 7 sconfitte in campionato devono però essere spunto per un esame approfondito su quanto fatto in stagione dall’Inter ma, nel breve, il compito più difficile per l’allenatore sarà togliere dalla testa ai giocatori che il campionato sia una parentesi tra le grandi notti di Coppa (all’orizzonte si staglia pure il doppio appuntamento con la Juve in Coppa Italia). Anche perché, quando si spegne l’interruttore, non è detto che poi si riesca a riaccenderlo.

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