Inter, senza lo sponsor pure il bond va a fondo

Il report di Standard and Poor’s Global Ratings: migliora la liquidità. Rinviata ad aprile l’udienza al tribunale di Milano tra Zhang e China Construction Bank
Inter, senza lo sponsor pure il bond va a fondo© © TVRG R.Garavaglia/A.Liverani

MILANO - La vicenda DigitalBits ha avuto come logica conseguenza quella di lasciare invariata la valutazione negativa del bond dell’Inter (da 415 milioni, lanciato nel gennaio 2022) da parte di Standard and Poor’s Global Ratings. Già a nei mesi scorsi S&P aveva indicato il rating del bond nerazzurro col valore “B”, che equivale a un giudizio di bond “altamente speculativo” (che sui mercati fi nanziari viene defi nito “junk bond” o “titolo spazzatura”). Dunque - come riportato ieri anche da “Calcio&Finanza” -, rimane il rischio declassamento per il rating bond dell’Inter, anche se S&P ha migliorato la valutazione sulla liquidità. Il rifermento a DigitalBits non è casuale. A fine febbraio sono stati resi pubblici i documenti della trimestrale al 31 dicembre 2022 di Inter Media and Communication ed è stato confermato come DigitalBits, la criptovaluta sponsor di maglia dell’Inter per l’attuale stagione, non abbia versato nessuna delle rate previste al momento dell’accordo per un “buco” nel bilancio del club nerazzurro di oltre 25 milioni di euro. Nella sua relazione, S&P Global Ratings, ha riportato che «i criteri rivisti non cambiano la nostra visione del rating B né delle nostre valutazioni aziendali e finanziarie, ma abbiamo rivisto il nostro approccio per riflettere gli aggiornamenti ai criteri. Ciò detto, ora valutiamo la liquidità come “neutrale”, rispetto a “meno che adeguata” in precedenza, poiché riteniamo che il principale rischio di liquidità sia al momento del rifinanziamento nel 2027. Il posizionamento (negativo, ndr) - si legge - indica che potremmo abbassare di un grado il rating se considereremo il club incapace di trovare contratti di sponsorizzazione appropriati con termini simili per sostituire DigitalBits». S&P già a dicembre aveva sottolineato come il caso sponsor pesasse molto nella valutazione del rating bond perché l'Inter «ha flussi di cassa di sponsorizzazione notevolmente inferiori».

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L’Inter cerca uno sponsor che possa garantire 30 milioni a stagione

La ricerca di un nuovo partner è iniziata da mesi, ma la società di Viale della Liberazione ha deciso di lasciare fino a giugno la scritta DigitalBits sulle maglie per questione di marketing legate alle casacche già vendute. Il club cerca uno sponsor che possa garantire 30 milioni a stagione e si sta rivolgendo principalmente all’area medio-orientale con il nome della compagnia aerea Turkish Airlines emersa nelle scorse settimane (fra le altre opzioni Binance, Hisense e LeoVegas).

Intanto è stata rinviata ad aprile (probabilmente il 23) l'udienza del giudice Alima Zana prevista originariamente per oggi al Tribunale di Milano per la causa intentata da China Construction Bank al presidente nerazzurro Steven Zhang per il mancato pagamento di un debito da oltre 300 milioni nei confronti del ramo asiatico della banca.

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MILANO - La vicenda DigitalBits ha avuto come logica conseguenza quella di lasciare invariata la valutazione negativa del bond dell’Inter (da 415 milioni, lanciato nel gennaio 2022) da parte di Standard and Poor’s Global Ratings. Già a nei mesi scorsi S&P aveva indicato il rating del bond nerazzurro col valore “B”, che equivale a un giudizio di bond “altamente speculativo” (che sui mercati fi nanziari viene defi nito “junk bond” o “titolo spazzatura”). Dunque - come riportato ieri anche da “Calcio&Finanza” -, rimane il rischio declassamento per il rating bond dell’Inter, anche se S&P ha migliorato la valutazione sulla liquidità. Il rifermento a DigitalBits non è casuale. A fine febbraio sono stati resi pubblici i documenti della trimestrale al 31 dicembre 2022 di Inter Media and Communication ed è stato confermato come DigitalBits, la criptovaluta sponsor di maglia dell’Inter per l’attuale stagione, non abbia versato nessuna delle rate previste al momento dell’accordo per un “buco” nel bilancio del club nerazzurro di oltre 25 milioni di euro. Nella sua relazione, S&P Global Ratings, ha riportato che «i criteri rivisti non cambiano la nostra visione del rating B né delle nostre valutazioni aziendali e finanziarie, ma abbiamo rivisto il nostro approccio per riflettere gli aggiornamenti ai criteri. Ciò detto, ora valutiamo la liquidità come “neutrale”, rispetto a “meno che adeguata” in precedenza, poiché riteniamo che il principale rischio di liquidità sia al momento del rifinanziamento nel 2027. Il posizionamento (negativo, ndr) - si legge - indica che potremmo abbassare di un grado il rating se considereremo il club incapace di trovare contratti di sponsorizzazione appropriati con termini simili per sostituire DigitalBits». S&P già a dicembre aveva sottolineato come il caso sponsor pesasse molto nella valutazione del rating bond perché l'Inter «ha flussi di cassa di sponsorizzazione notevolmente inferiori».

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