Inter, squadra di precari che pensa alle Coppe più che al 4° posto

La strategia della dirigenza nerazzurra, da due anni alle prese con delicati equilibri di bilancio da rispettare, non ha però dato i frutti sperati
Inter, squadra di precari che pensa alle Coppe più che al 4° posto© /Agenzia Aldo Liverani Sas

MILANO - Come ovviare ai problemi economici della proprietà per rimanere comunque al vertice? Creando un “instant team”, puntando su elementi a parametro zero o in prestito per provare così a vincere la seconda stella. La strategia della dirigenza nerazzurra, da due anni alle prese con delicati equilibri di bilancio da rispettare, non ha però dato i frutti sperati. C'è un problema di prospettiva che condiziona gran parte della rosa. Con lo scudetto sfuggito già a gennaio, inconsciamente - perché nessuno scende in campo per perdere - i giocatori è come se avessero mollato in Serie A, dedicando testa e gambe ai trofei. Così si spiega il bel derby di Supercoppa, il passaggio del turno in Champions col Porto, l'imminente semifinale di Coppa Italia. Come se c’entrare un posto fra il secondo e il quarto in campionato fosse un traguardo fin troppo semplice, anzi, dovuto. E soprattutto poco stimolante per un gruppo che pensa al presente, più che al futuro.

Alcuni giocatori infatti sono in prestito e non sanno se torneranno o saranno riscattati - Lukaku, Bellanova e Acerbi -, altri sono in scadenza di contratto. Skriniar ha già deciso che andrà via, De Vrij e Dzeko stanno valutando la proposta di rinnovo che altri non sanno se mai arriverà (Handanovic, Cordaz e D’Ambrosio). Dumfries, Brozovic e Correa sanno di essere "cedibili". Mezza Inter è precaria e la testa, fra una coppa subito e un quarto posto che darà benefici magari ad altri giocatori, tende al tutto e subito.

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