Lukaku e il razzismo: quando la Curva Inter difese gli ululati a Cagliari

Nel 2019 la Nord prese le difese degli ultrà isolani “spiegando” al belga perché quello da stadio non è razzismo: la lettera integrale

MILANO - "La storia si ripete, ci sono passato nel 2019... e ancora nel 2023... Spero che questa volta la Lega prenda davvero provvedimenti perché tutti devono poter godere di questo splendido gioco. Grazie per i messaggi di sostegno. Vaff...o razzismo". Romelu Lukaku, nel messaggio del giorno dopo, si augura che il calcio italiano abbia fatto passi avanti rispetto a quando nel 2019 venne insultato con ululati dagli ultrà del Cagliari. Allora però si verificò un fatto alquanto singolare perché le difese dei colleghi, vennero prese proprio dalla Curva Nord interista (che oggi ha cambiato direttivo: va detto) in una lettera aperta che, ai tempi, fece molto discutere. Gli ultrà dell’Inter “spiegarono” a Lukaku che “gli italiani non sono razzisti” e che quanto è accaduto era solo per la “paura” nei suoi confronti. E che il vero razzismo è un’altra cosa.

Il testo della lettera della Curva Inter a Lukaku, datata 4 settembre 2019

Ciao Romelu,
Ti scriviamo a nome della Curva Nord, si i ragazzi che ti han dato il benvenuto appena arrivato a Milano.
Ci spiace molto che tu abbia pensato che quanto accaduto a Cagliari sia stato razzismo. Devi capire che l’Italia non è come molti altri paesi europei dove il razzismo è un VERO problema. Capiamo che ciò è quello che possa esserti sembrato ma non è così. In Italia usiamo certi “modi” solo per “aiutare la squadra” e cercare di rendere nervosi gli avversari non per razzismo ma per farli sbagliare.
Noi siamo una tifoseria multietnica ed abbiamo sempre accolto i giocatori provenienti da ogni dove sebbene anche noi abbiamo usato certi modi contro i giocatori avversari in passato e probabilmente lo faremo in futuro. Non siamo razzisti allo stesso modo in cui non lo sono i tifosi del Cagliari. Devi capire che in tutti gli stadi italiani la gente tifa per le proprie squadre ma allo stesso tempo la gente è abituata a tifare contro gli avversari non per razzismo ma per “aiutare le proprie squadre”.
Ti preghiamo di vivere questo atteggiamento dei tifosi italiani come una forma di rispetto per il fatto che temono i gol che potresti fargli non perché ti odiano o son razzisti. Il razzismo è una cosa completamente differente e tutti i tifosi italiani lo sanno bene. Quando dichiari che il razzismo è un problema che va combattuto in Italia, non fai altro che incentivare la repressione di tutti i tifosi inclusi i tuoi e contribuisci a sollevare un problema che qui non c’è o quantomeno non viene percepito come in altri stati.
Noi siamo molto sensibili ed inclusivi con tutti. Possiamo garantirti che tra noi ci son frequentatori di diverse razze e provenienze che condividono questo modo di provocare i giocatori avversari dell’Inter persino quando questi ultimi sono della loro stessa razza o provenienza geografica. Ti preghiamo di aiutare a chiarire quello che realmente è il razzismo e che i tifosi italiani non sono razzisti.
La lotta al VERO razzismo deve cominciare nelle scuole non negli stadi, i tifosi son solo tifosi e agiscono in modo differente allo stadio e nella vita reale. Stai certo che quello che dicono o fanno a un giocatore di colore avversario non è quello che direbbero o farebbero nella vita reale. I tifosi italiani non saranno perfetti ma sebbene comprendiamo la frustrazione che ti possono creare certe espressioni, queste non sono utilizzate a fini discriminatori. Ancora una volta … BENVENUTO ROMELU”.

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