Inter, Inzaghi meriterebbe un Maldini come Pioli

Inter, Inzaghi meriterebbe un Maldini come Pioli© Marco Canoniero

Beppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, quando a Torino - prima della partita con la Juve - dichiarava che «essere fuori dai primi quattro posti ci obbligherebbe a rivedere tutti i piani in vista dell’anno prossimo», un po’ ricordava il frate-predicatore che in “Non ci resta che piangere” diceva con aria minacciosa a Massimo Troisi: “Ricordati che devi morire”. Di certo, vista l’espressione terrea di Simone Inzaghi pure nel post-partita, l’allenatore non avrebbe risposto con la stessa ironia dell’indimenticato attore napoletano («Mo’ me lo segno»), però il siparietto - reso immortale nel film firmato da Troisi insieme a Roberto Benigni - fotografa bene il senso di precarietà che si respira all’Inter da qualche settimana. Il clima plumbeo dovuto alle quattro sconfitte nelle ultime cinque giornate di campionato, unito a una classifica giocoforza diventata problematica, hanno mostrato il volto di una società dove l’unità di intenti si mostra molto a parole e poco nei fatti.

Inzaghi è l’allenatore con più papabili sostituti d’Europa

Simone Inzaghi è finito nel tritacarne ed è l’allenatore con più papabili sostituti d’Europa nonostante l’Inter sia ancora formalmente tra le prime quattro (è quinta solo per lo scontro diretto perso all’andata con la Roma). Dal Milan, quando Stefano Pioli era addirittura finito fuori dalla zona Champions, non erano mai affiorati neanche sottotraccia dubbi sull’operato dell’allenatore, unito da un’incrollabile alleanza con Paolo Maldini, responsabile dell’area tecnica. Ecco, pure Inzaghi - che, fino a prova contraria, è ancora in corsa per tutti gli obiettivi - meriterebbe un Maldini.

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