INVIATO A ROMA - Tre punti per consolidare la vetta, approfittando della frenata della Juventus in casa del Genoa. Un gol per ritrovare la confidenza con la porta altrui, dopo aver mancato la porta contro la Real Sociedad in Champions League, alla partita numero 21 di stagione. L'Inter affronta la trasferta con la Lazio dall'alto di un vantaggio di 17 punti, inimmaginabile a inizio stagione. Ma lo fa con la consapevolezza di incontrare un'avversaria sempre complicata, che vale più dell'attuale classifica e della attuali polemiche. Maurizio Sarri è un osso duro, non ha mai perso in casa ogni volta che ha incrociato i nerazzurri, anche quando allenava l'Empoli. Non solo, la stessa Inter non vince all'Olimpico dal 20 maggio 2018, quando l'allenatore biancoceleste era proprio Simone Inzaghi: un 3-2 all'ultima di campionato con le reti di D'Ambrosio, Icardi (rigore) e Vecino.
Inzaghi e la squadra... internazionale
Sembra essere passata una vita intera, invece parliamo di poco più di cinque anni fa. Anni in cui l'Inter ha ritrovato la scudetto con Antonio Conte e recuperato una dimensione internazionale con Inzaghi (curioso che questo capiti ogni volta che si congeda l'ex ct azzurro, come successo alla Juventus con Max Allegri). E, a proposito di Europa, i nerazzurri attendono di sapere chi assegnerà loro lunedì l'urna Uefa. Essere arrivati secondi nel girone non aiuta assai, visti i nomi delle avversarie finite in fascia uno. Ma è la stessa situazione in cui si trovava l'Inter la passata stagione e, dagli ottavi, partì una corsa irresistibile che portò fino alla finale di Champions, persa con qualche rimpianto contro il Manchester City.