"Buchanan? Strano carattere": l'Inter, il 'domatore' Inzaghi, pro e contro

Tovalieri conferma il giudizio di Verheyen: "Se sbaglia, ci penseranno i big a metterlo in riga". Il precedente di Theo Hernandez al Milan
"Buchanan? Strano carattere": l'Inter, il 'domatore' Inzaghi, pro e contro© FOTO PAOLO GIAMPIETRI-AG ALDO LI

MILANO - Le parole di Gert Verheyen su Tajon Buchanan, definito: «Un talento con qualche problema e uno strano carattere», hanno destato particolare stupore in Italia. Col popolo del web - e non solo - insorto anche perché la storica bandiera del Bruges, nonché il secondo marcatore di tutti i tempi del club delle Fiandre, ha evidenziato senza peli sulla lingua come il canadese «debba migliorare nella fase difensiva», oltre che lasciar perdere certi atteggiamenti, visto che troppo spesso «protesta e litiga con gli avversari».

Aspettative

Un’opinione, quella di Verheyen, oggi stimato allenatore e che da calciatore ha conquistato cinque campionati in Belgio, quattro volte la Coppa Nazionale e otto volte la Supercoppa, condivisa da molti dei suoi connazionali (probabilmente dalla maggior parte, a dire il vero). Tanto che questa nomea di quello che a scuola sarebbe il più bravo degli altri solo se si impegnasse di più, è ormai cucita su misura a Buchanan. Ma questo non significa un calciatore non da Inter. O - peggio ancora - che i dubbi su di lui provenienti dall’estero non possano essere fugati – come successo, sull’altra sponda del Naviglio a Theo Hernandez, sbarcato a Milano come una testa calda e oggi fiero capitano dei rossoneri – sia per le innate qualità di un’atleta sicuramente interessante, sia per le note capacità di Simone Inzaghi, che in carriera ha già ampiamente dimostrato di saper domare calciatori dal carattere forte, facendo inoltre migliorare la resa di tali elementi sul verde. Un obiettivo insomma che il tecnico piacentino dovrà porsi anche con Buchanan: «Nell’Inter giocherebbe come esterno in un 3-5-2 e non terzino destro di una difesa a quattro come nel Bruges. E per questo sarebbe facilitato. Però in Italia l’intelligenza tattica è fondamentale. Se sbagli, vieni punito. Gli serviranno almeno 3-6 mesi per potersi adattare. E il lavoro del tecnico nerazzurro sarà fondamentale - le parole di Sacha Tavolieri, giornalista belga di chiare origini italiane -.

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I due mondi

I tifosi dell’Inter non devono aspettarsi un giocatore pronto, fatto e finito. Tajon potrà mostrare le sue qualità inizialmente in alcune partite di Serie A, ma ci vorrà tempo. Sarà fondamentale per lui avere la testa giusta. In tutto. Passare da una bella cittadina come Bruges a Milano, dove c’è tutto anche fuori dal campo, vedi moda, donne e così via, è un cambiamento importante. Sono due mondi diversi. Certo, ha potenzialità interessanti e capisco perché Ausilio lo voglia portare in nerazzurro: per ripetere quanto accaduto con Dumfries». Il corrispondente di Eurosport e RMC Sport prosegue: «Buchanan è un giocatore velocissimo. Di un’esplosività fantastica, impressionate: balza subito all’occhio dello scout perché quando decide di accelerare, accende la luce e si fa notare. Può aprire gli spazi e trovare le soluzioni per segnare. Magari è la bomba che ti fa esplodere la difesa. Ma gli pure serve la continuità anche nella stessa partita, dato che a volte gioca 20 minuti su 90».

Diamante grezzo

Una sorta di diamante grezzo con un certo caratterino – secondo Tavolieri – non così semplice da gestire: «Da stella, da divo. Se l’allenatore gli chiede una cosa, Buchanan può tranquillamente rispondere di no. E fare di testa sua». Un atteggiamento che in Viale della Liberazione non sarebbe mai tollerato: «Se rispondesse male a un Acerbi o a un Dimarco, che rappresentano perfettamente cosa significhi giocare in un top club come quello nerazzurro, verrebbe messo in riga immediatamente. I calciatori dell’Inter sono tutti soldati sul rettangolo di gioco. La parola chiave è rigore, in campo e fuori. Buchanan deve maturare, ovunque, non solo quando gioca». Per fortuna dei nerazzurri, se firmasse per i vice campioni d’Europa, ci sarebbe già l’uomo giusto per farlo maturare.

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MILANO - Le parole di Gert Verheyen su Tajon Buchanan, definito: «Un talento con qualche problema e uno strano carattere», hanno destato particolare stupore in Italia. Col popolo del web - e non solo - insorto anche perché la storica bandiera del Bruges, nonché il secondo marcatore di tutti i tempi del club delle Fiandre, ha evidenziato senza peli sulla lingua come il canadese «debba migliorare nella fase difensiva», oltre che lasciar perdere certi atteggiamenti, visto che troppo spesso «protesta e litiga con gli avversari».

Aspettative

Un’opinione, quella di Verheyen, oggi stimato allenatore e che da calciatore ha conquistato cinque campionati in Belgio, quattro volte la Coppa Nazionale e otto volte la Supercoppa, condivisa da molti dei suoi connazionali (probabilmente dalla maggior parte, a dire il vero). Tanto che questa nomea di quello che a scuola sarebbe il più bravo degli altri solo se si impegnasse di più, è ormai cucita su misura a Buchanan. Ma questo non significa un calciatore non da Inter. O - peggio ancora - che i dubbi su di lui provenienti dall’estero non possano essere fugati – come successo, sull’altra sponda del Naviglio a Theo Hernandez, sbarcato a Milano come una testa calda e oggi fiero capitano dei rossoneri – sia per le innate qualità di un’atleta sicuramente interessante, sia per le note capacità di Simone Inzaghi, che in carriera ha già ampiamente dimostrato di saper domare calciatori dal carattere forte, facendo inoltre migliorare la resa di tali elementi sul verde. Un obiettivo insomma che il tecnico piacentino dovrà porsi anche con Buchanan: «Nell’Inter giocherebbe come esterno in un 3-5-2 e non terzino destro di una difesa a quattro come nel Bruges. E per questo sarebbe facilitato. Però in Italia l’intelligenza tattica è fondamentale. Se sbagli, vieni punito. Gli serviranno almeno 3-6 mesi per potersi adattare. E il lavoro del tecnico nerazzurro sarà fondamentale - le parole di Sacha Tavolieri, giornalista belga di chiare origini italiane -.

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