"Lautaro da Pallone d'Oro"
Chi è da Pallone d’Oro?
"Lautaro. È un giocatore coraggioso, fortissimo. Lui è stato il colpo della vita di Ausilio. Quando arrivai a Milano, Piero aveva già iniziato le trattative per prenderlo. Le squadre per essere vincenti hanno bisogno di eroi. L’Inter ne ha tanti. Ma Lautaro è più eroe dei suoi compagni di squadra, nel mondo quando si parla di Inter, si parla di Lautaro".
In finale Luis Enrique lascerà il pallone a Inzaghi?
"No, ed escludo anche un remake di Inter-Barcellona a livello di gol. Per lo spettacolo è paradossale dire che una partita debba essere condita di errori. Liedholm diceva che il risultato perfetto è lo 0-0. Ci sono gare spettacolari, a livello tattico, che terminano a reti inviolate".
Il Psg in finale dopo la cessione di Mbappé: se lo sarebbe aspettato?
"L’ho sospettato nel momento in cui hanno scelto Luis Enrique. Dopo aver buttato nel mercato centinaia di milioni, oltre a quelli degli ingaggi, hanno voluto liberarsi di questa sorta di subalternanza con i giocatori. Quando gestisci i campioni, devi abituarti ai loro capricci, a ricatti e semi ricatti".
In Francia il campionato ha 18 squadre: con la nuova Champions ha ancora senso avere una Serie A a 20?
"A livello logistico sarebbe una scelta corretta, ma ridurre di due unità le squadre di A mi dispiacerebbe molto. Piazze importanti perderebbero la massima serie. Io sono come Papa Francesco, dalla parte degli ultimi".
Come finisce Psg-Inter?
"Non lo dirò mai. Sarà un grande evento e ce lo godremmo tutti. E voi della stampa, visto che per me il giornale è il giornale e che bello l’odore della carta, avrete il privilegio di raccontare la gara. Il calcio è racconto, se sei bravo, lo rendi immortale".
