Macalli: «Juve fa la morale ma dimentica Calciopoli»

Il vicepresidente della Figc lancia accuse alla Juventus, che non ha appoggiato Tavecchio nella corsa alla presidenza federale
Macalli: «Juve fa la morale ma dimentica Calciopoli»© Ansa

TORINO - "C'è voglia mediatica di gettare fango sul nuovo corso del calcio italiano". Così Mario Macalli, presidente della Lega Pro, commenta a Teleradiostereo le parole del presidente del Coni Giovanni Malagò che in un'intervista ipotizza le dimissioni del neopresidente Figc Tavecchio in caso si sentisse condizionato. "Si continuano a gettare ombre su chi ha avuto un'esternazione infelice, non prendendo però in esame quelli che sono i programmi scrupolosamente presentati". "Carlo Tavecchio è una persona per bene che tra l'altro ha chiesto scusa. Ma gli attacchi sono proseguiti, nei suoi confronti, nei miei. Lui verrà ascoltato e spiegherà i fatti. Non vedo cosa possa accadere in termini legali per la Federcalcio - ha detto Macalli - C'è voglia mediatica di gettare fango sul nuovo corso del calcio italiano, un accanimento che non sta né in cielo né in terra, non si lasciano lavorare in pace professionisti che si stanno impegnando per riforme che sono in agenda, ma tutto questo non mi sorprende. Mi auguro che la FIGC abbia tempo per fare quello che è in programma, abbiamo cominciato con la nomina del Commissario tecnico ma dobbiamo lavorare in serenità per attuare tutte le riforme".
Il n.1 della Lega Pro parla di un calcio italiano in crisi, ma anche di esagerazione: "C'è una chiara volontà di far apparire tutto come un disastro. Il calcio in Italia non sta vivendo il momento migliore, ma in un Paese che sta soffrendo una crisi nera, totale, l'azienda calcio può considerarsi un fiore all'occhiello: in confronto al resto dell'Italia, nel calcio sono tutte rose e fiori".
Poi, una critica al movimento. "A capo di molti club ci sono presidenti e dirigenti che piuttosto che valorizzare il prodotto nazionale hanno introdotto nel nostro movimento decine e decine di calciatori pippe provenienti dall'estero - dice Macalli - che poi sono rimasti sul libro paga. Con le logiche conseguenze della sofferenza economica. Ma il calcio italiano è sano, noi stiamo lavorando affinché migliori ma la crisi nera che viene dipinta ogni giorno non sta nei fatti, che noi vorremmo fare, ma che qualcuno vuole impedirci di fare".
Elogi a Lotito ("con lui spesso mi ci sono scontrato, ma vogliamo parlare di come abbia risolto i problemi del suo club?") e punzecchiature alla Juve ("quelli che oggi vogliono fare i moralizzatori del calcio, sono gli stessi che hanno dato il la a Calciopoli. E parlo di una società nello specifico, di una sola società"), poi Macalli chiude con un no agli investitori stranieri: "Ma chi li vuole...arrivano in Inghilterra, in Spagna, in Francia, si indebitano a tal punto da dover vendere tutto. Io sono per i Brambilla, per gli Esposito, per gli italiani. E non per investitori che non parlano italiano, che non si sa da dove facciano provenire i soldi, che poi spariscono".

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