Serie A Juve, l’antidivo Padoin: «Elogi? Non esagerate»

Essere un calciatore della Juventus e presentarsi come il vicino di casa che tutti vorrebbero avere. Simone Padoin è ormai un bianconero di lungo corso: è arrivato a Torino nel gennaio del 2012, ha fatto in tempo a vincere tre scudetti e due Supercoppe, ma non per questo è vittima di alcun protagonismo
TORINO - Essere un calciatore della Juventus e presentarsi come il vicino di casa che tutti vorrebbero avere. Simone Padoin è ormai un bianconero di lungo corso: è arrivato a Torino nel gennaio del 2012, ha fatto in tempo a vincere tre scudetti e due Supercoppe, ma non per questo è vittima di alcun protagonismo. Porta avanti il suo modo di agire: umile e disponibile. “San Padoin l’Onesto”, così, per rendere l’idea, Antonio Conte che l’ha fortemente voluto nella Juventus lo aveva battezzato ai tempi dell’Atalanta.

Padoin, comunque, non ha un contratto da 700 mila euro all’anno più i premi con la Juventus in virtù del suo buon carattere, ma perché pur non essendo un campione è un elemento che, soprattutto da un punto di vista tattico, anche Massimiliano Allegri ha imparato ad apprezzare. Il friulano può muoversi lungo tutto l’arco della mediana, ma come si è visto in Svezia può anche agire da terzino. Come qualche volta gli era già successo a Bergamo. «Sì, nell’Atalanta ho giocato da esterno basso - ricorda Padoin -, come in precedenza mi era capitato nel Vicenza. Questa volta ho approfittato del fatto che Evra e Asamoah fossero infortunati per ritagliarmi un po’ di spazio. Il mister mi ha concesso alcune opportunità, io penso di averle colte. Ora però torno al mio posto, i titolari del ruolo sono altri». Eccolo qua, l’uomo al quale non piace cavalcare l’onda.

Tanto che quando gli viene chiesto se possa lecitamente sognare una convocazione in azzurro, quasi ha un sussulto. «Per sperare in una chiamata di Conte dovrei giocare da titolare nel club. Però sono in una squadra fortissima, mi alleno con compagni che tecnicamente valgono più di me. Sono consapevole dei miei limiti, far parte della rosa juventina è già una gran bella cosa».

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