TORINO - Roma, 22 maggio 1996, ore venti e trenta, comincia la finale di Champions League. Due ore dopo, al termine di supplementari e rigori (1-1 al termine dei novanta e dei supplementari), la Juve è campione d’Europa per la seconda volta nella sua storia. Vince per 5-3. Dagli undici metri segnano Ferrara, Pessotto, Padovano e Jugovic. Che sensazioni, già. La Juve che fa fuori l’Ajax. E, credete, in quel periodo era la squadra più forte d’Europa prima di affrontare i bianconeri. C’erano Van der Saar, Solooy, Frank De Boer, Edgar Davids e Litmanen. Con in panchina il presuntuoso Van Gaal. Le sue frasi, lo ricordiamo, caricarono i bianconeri. Disse: . La serata dell’Olimpico è magica, la Juve parte forte, molto forte e al 13’ passa in vantaggio con un diagonale di Ravanelli, da posizione quasi impossibile, che lentamente rotola in rete. Piano, piano ma ci va. Alla fine del primo tempo pareggia Litmanen. Ma poi è sempre la Juve a fare la partita, sbaglia alcune occasioni, attacca sempre, non si difende mai. Si va ai rigori e l’Ajax sbaglia subito con Davids. La Juve li segna tutti. L’ultimo di Jugovic. La Juve di Marcello Lippi è campione d’Europa. Questa la formazione: Peruzzi, Ferrara, Torricelli, Vierchowod e Pessotto; Deschamps, Sousa e Conte; Vialli, Del Piero e Ravanelli. Poi entrano Jugovic, Di Livio e Padovano. Allenatore Marcello Lippi. Diciannove anni dopo arriva la finale di Berlino, contro il Barcellona, favorito come lo era allora l’Ajax. Tutto torna, Non resta che aspettare, non manca molto.
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