Juventus, altro ko: Lemina non basta

I bianconeri non hanno tempo di riflettere, fra tre giorni c’è la Champions League, ma la situazione è critica
Napoli-Juve 2-1: contro Insigne e Higuain Lemina non basta

NAPOLI - La Juventus perde la terza partita su sei, scivola ancora più giù in classifica, vede la crisi incancrenirsi, ma soprattutto non mostra nessun segnale di crescita o di guarigione. Certo, l’aver escluso Cuadrado, fin qui il più decisivo, dal primo minuto è una mossa singolare (e con un pizzico di perversione), ma il malessere della Juventus è più profondo e va oltre le singolari scelte di formazione di Allegri. La Juventus non ha tempo di riflettere, fra tre giorni c’è la Champions League, ma la situazione è critica, la confusione è sempre più evidente e il rischio di rompere il giocattolo si fa di partita in partita più serio. Il tutto mentre l’altra grande in crisi protagonista della serata, manda tutt’altro messaggio: il Napoli è ancora da costruire, ma si vede un progetto, si notano le fondamenta e si constatano già diversi muri. Tant’è che la squadra di Sarri vince con merito, giocando una partita attenta, aggressiva, nella quale l’azione è sempre accompagnata dalla squadra e le iniziative personali non sono frutto di improvvisazione, ma sempre sostenute dal coro.

SORPRESA - L’ottava formazione della Juventus su otto partite sorprende per l’assenza di Cuadrado, tenuto inspiegabilmente in panchina da Allegri. Il rombo con Pereyra dietro le punte ed Hernanes davanti alla difesa non convince più di tanto, al di là di una partenza aggressiva. E’ il brasiliano, soprattutto, che sembra essere il punto debole dei bianconeri: lungi dall’essere un regista Hernanes non imposta il gioco, ma il problema è che non aiuta neppure in fase difensiva, finendo troppo spesso tagliato fuori dalla velocità degli scambi del Napoli. Un’ulteriore novità, non bella per la Juventus, è qualche pasticcio difensivo in più del solito: con palle perse in fase di ripartenza e malintesi che innescano pericolosi contropiede del Napoli. Pereyra, in compenso, si propone come il perno del gioco bianconero, calamitando i palloni che superano la metà campo: sono incoraggianti un paio di iniziative, ma nulla che incida sul serio. L’unica azione offensiva con una parvenza di concretezza della Juventus è un’iniziativa di Dybala (prima e dopo, virtualmente inesistente) che trova il corridoio per Zaza: l’azzurro scarica un diagonale destro sul quale Reina si allunga e respinge.

GOL DI INSIGNE - Il Napoli tiene la difesa altissima e asfissia la manovra della Juventus, già di per sé a corto di respiro. Sarri ha messo in campo una squadra cortissima, molto attenta a non concedere spazi e velocissima nel ripartire. Anche la Juventus nel corso del primo tempo alza la difesa, ma non è altrettanto ermetica, tant’è che al 26’ un rapido scambio tra Insigne e Higuain, libera il primo dal limite dell’area da dove scocca un rasoterra che supera Buffon. Nell’azione si nota la lentezza di Hernanes, preso in mezzo, e la non perfetta chiusura di Bonucci. Il primo tempo finisce senza altre particolari emozioni: il Napoli controlla le velleità offensive della Juventus e non crea reali pericoli per Buffon.

HERNANES SCIAGURATO - Allo scoccare dell’ora, forse in coincidenza con i primi peccati di lucidità, la partita si accende. Uno sciagurato disimpegno di Hernanes (il peggiore in campo), innesca il contropiede del Napoli, concluso da Higuain in rete al 62’. Il gol del 2-0, paradossalmente, disunisce il Napoli che ancora preso dall’euforia si fa infilare da un lancio di Evra che pesca Dybala sulla sinistra: cross in mezzo e Lemina che sorprende tutti entrando da dietro e buttandola dentro. Sul 2-1 Allegri toglie Hernanes e mette dentro Cuadrado, poco dopo cambia Dybala con Morata. La Juventus migliora sensibilmente la fase offensiva, ma continua a correre rischi per l’inconsistenza del centrocampo che non aiuta granché la difesa. Il finale vede la Juventus smontarsi davanti alla grinta del Napoli, che controlla con quella rabbia agonistica che i bianconeri sembrano aver perso.

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