Juventus, da capitan Gigi a generale Buffon

Con il discorso pubblico di Reggio Emilia ha scosso l’ambiente che ora è ispirato da lui, sempre più al comando

TORINO - Da capitano a generale: Gigi Buffon ha fatto carriera. D’altra parte quando il gioco si fa duro... E dopo la sconfitta di Reggio Emilia contro il Sassuolo il gioco si era fatto durissimo, con la dirigenza furibonda e la squadra allo sbando, così il portiere ha preso in mano la situazione. Tant’è che quella mezz’ora dopo il fischio finale di Sassuolo-Juventus potrebbe diventare la più importante della stagione bianconera: minuti nei quali Buffon ha raccolto la rabbia e le idee, parlato con gli altri senatori, concordato il suo intervento pubblico con i dirigenti e poi ha snocciolato un discorso tanto severo quanto lucido sulla prestazione e sul momento della squadra. Una scudisciata che ha colto profondamente nel segno e ha scosso le fondamenta del gruppo: da quel momento è diventato il punto di riferimento, il responsabile dell’unità di crisi che ha traghettato la squadra da Reggio Emilia al derby, attraverso il ritiro di Leinì e la prestazione da cuore oltre l’ostacolo di sabato pomeriggio.

LEADERSHIP - Attenzione, non è che - prima di Reggio Emilia - Buffon non fosse il leader della squadra, ma fino all’anno scorso il compito era semplificato dalla presenza di altri giocatori dalla personalità piuttosto spessa come Pirlo e Tevez. Chi pensa che il regista e l’attaccante manchino per le loro qualità tecniche alla Juventus di quest’anno non sbaglia, per carità, ma non centra il cuore del problema. L’addio dei due fenomeni ha pesato e pesa più nello spogliatoio che in campo. La carenza di carisma e leadership in una squadra, che per altro è stata profondamente ringiovanita, è tra le cause di un generale disagio caratteriale, alla base di alcune prestazioni molli o confusionarie.

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