Juventus, Agnelli contro la Procura Figc: «Deferimento su basi false»

Dichiarazione pubblica del presidente della Juventus: «Ho ricevuto un deferimento della Procura della Figc nel quale si sostiene una collaborazione della Juventus con la malavita organizzata. E' falso: difenderò il nome del club!»
Juventus, Agnelli contro la Procura Figc: «Deferimento su basi false»© ANSA

VINOVO - Agnelli sta per affrontare un’altra battaglia contro la Figc. In una conferenza stampa convocata di fretta, un’ora e mezza dopo aver ricevuto il deferimento della Figc per la nota questione dei biglietti agli ultrà e la del tutto presunta collaborazione con la N’drangheta. Anzi proprio il fatto che la Figc non abbia indicato le irregolarità nella “vendita dei biglietti”, l’unica vera irregolarità contestabile alla luce dell’inchiesta della Procura di Torino, ha fatto scattare l’ira del presidente della Juventus. Perché la Procura Federale, che oggi ha notificato il “rinvio a giudizio sportivo” per Agnelli, l’ex capo del marketing Calvo e il security manager D’Angelo, ha svolto le sue indagini sulla base delle carte della Procura di Torino, che non ha mai indagato i dipendenti della Juventus e il suo presidente, considerandoli solo testimoni ed escludendo qualsiasi responsabilità. E’ quindi curioso che la Figc, invece, legga nelle carte una «collaborazione» che Agnelli nega nei nove minuti di dichiarazione alla stampa, letta con voce tesa e visibilmente alterata.

LE PAROLE - «Buongiorno a tutti e grazie di essere qua. Poco fa fa mi è stato notificato un deferimento della procura federale. Questa società i suoi dipendenti e il sottoscritto non hanno nulla da nascondere ecco perché sono qua. Nei mesi scorsi i dipendenti della Juventus hanno collaborato con la Procura della Repubblica di Torino come testimoni. Questa veste di testimoni è stata messa sotto controllo con metodi invasivi e meticolosi, comprese intercettazioni telefoniche e anche dopo questa verifica erano testimoni e sono rimasti tali. Ora la procura federale della Figc emette un deferimento nel quale si ipotizza un rapporto di collaborazione con la criminalità organizzata. Il che non è rispondente alla realtà e alla giustizia. Ricordo che le partite vengono organizzate in stretta collaborazione con le Forze dell’Ordine. Difenderò nelle sedi opportune il buon nome della Juventus che già in passato è stata oggetto di curiosi esperimenti giuridici da parte della giustizia sportiva, ma vi invito ad approfondire con grande attenzione la vicenda e l’inchiesta nella quale sono curiosamente spariti gli accusati mafiosi e sostituiti dai testimoni, colpevoli solo di lavorare per una società il cui nome è famoso. Per ovvi motivi non rispondo nel merito, ma doveroso. Siate però testimoni e non strumenti per conclusioni pregiudiziali. Come ho già scritto la scorsa settimana non ho mai incontrato boss mafiosi. A cadenze regolari ho incontrati tutti i tifosi, dai club doc agli ultrà, alla luce del sole e a pieno titolo dei doveri di un presidente. Se taluni di questi personaggi hanno poi assunto vesti diverse non era noto né a me né alla Juventus. Se poi qualcuno di voi vuole dire che gli ultrà non sono stinchi di santo, posso concordare, ma rispetto le leggi dello stato e quei personaggi non avevano restrizioni per assistere alle partite o di alcun tipo. La Juventus collabora con lo Stato ed è stata anche indicata come esempio virtuoso. Credo che fosse doveroso presentarmi qui davanti a voi come lo farò con la commissione Anti Mafia. Quanto al fatto che alcuni hanno ipotizzato di un cambio ai vertici della società, mi spiace deludervi, ma questo management rimarrà ancora a lunga alla guida della Juventus».

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