TORINO - Quando si pensa a un giocatore poliedrico e avvezzo al sacrificio, uno dei primi nomi a venire in mente è quello di Mario Mandzukic. Quando nella passata stagione Allegri decise di trasformarne le caratteristiche spostandolo dal centro dell'attacco alla fascia, il croato non fece una piega e diventò l'agente equilibratore della svolta targata 4-2-3-1: con quel modulo la Juve accelerò in maniera impressionante e vinse scudetto e Coppa Italia arrivando in finale in Champions League. «Gli ho detto che l’ho fatto tornare giovane, gli ho levato 10 anni: ha iniziato a giocare sull’esterno da ragazzino e adesso che ha superato i 30 anni torna in quella posizione, come se ne avesse 20» spiegò a febbraio l'allenatore bianconero che oggi è voluto andare oltre, anche se solo per qualche minuto in allenamento.
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— JuventusFC (@juventusfc) 18 settembre 2017
LA SFIDA - «Mario mettiti in porta» ha urlato Allegri durante la sessione della mattina. Ne sono seguiti tre tiri di destro del mister che Mandzukic è riuscito a neutralizzare senza grande stile ma con indiscutibile efficacia. La Juventus spera che questo esperimento non debba mai risultare premonitore ma se un giorno Buffon venisse espulso a sostituzioni esaurite, lo staff tecnico saprebbe a chi affidarsi per fronteggiare l'emergenza.