Bernardeschi: «Juventus, io un rigore contro la Fiorentina lo tirerei»

«Sono orgoglioso di essere alla Juve: la conquisterò lavoro per diventare un punto fermo e non sono deluso»
Bernardeschi: «Juventus, io un rigore contro la Fiorentina lo tirerei»© ANSA

FIRENZE - Un gol, un assist e la prima da titolare. Ma non dite a Federico Bernardeschi che la sua stagione nella Juventus è cominciata domenica sera a Bergamo: «E’ iniziata quando sono arrivato in estate e sono orgoglioso di come è andata finora. Sono in un club tra i più importanti d’Europa, in una squadra e società che hanno vinto sei scudetti di seguito. Poi le Coppe Italia, le finali di Champions. La panchina serve a crescere, non è giusto pensare di essere subito titolare. Servono apprendistato e adattamento, li ho vissuti con grande serenità e maturità. Quando cambi trovi abitudini diverse. Ho conosciuto quelli della Juve in Nazionale, mi hanno colpito per la mentalità, non la acquisisci in una settimana».

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Vero che anche la traiettoria di Dybala è cominciata dalla panchina. Ma questo non ha mai generato cattivi pensieri?
«No, chi gioca meno deve ragionare come un professionista. Si allena tutta la settimana per la domenica, anche se se sono pochi minuti: resta un attestato di stima. Conta far parte di un gruppo, di una squadra, soprattutto di una Nazionale. Sono da due mesi a Torino, mi alleno ogni giorno per far sempre più parte di questo gruppo. Lavoro per diventare un punto fermo nella Juve: servono lavoro, sacrificio, volontà e qualità». [...]

Se con la Fiorentina ci sarà un rigore, lo tira?
«Sono sincero: sì. La riconoscenza ci sarà sempre, mi hanno cresciuto, grazie a loro sono arrivato a certi livelli. Poi ci sono le strade da percorrere e la Juve è per me qualcosa di straordinario. Sono orgoglioso della scelta. Ora hanno Chiesa, cui faccio i migliori auguri. In viola e in Nazionale me lo sono coccolato un pochetto».

Su Instagram non le ha mandate a dire...
«Ogni professionista deve sapere accettare le critiche. Sui social ho risposto a quelli che chiamo leoni da tastiera, si nascondono e vanno oltre il tifo. Queste persone non mi stanno bene. Ho messo la foto di mia sorella incinta e qualcuno ha augurato la morte di mia nipote Olivia. Che c’entra col calcio? Io ho basi solide, pazienza. Ma se succede a ragazzi fragili, ecco che arrivano i suicidi. Questo è il male della società attuale, questa è pochezza umana».

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