Novara, Del Fabro si racconta: «Io, la Juve, Klose»

Intervista al difensore in prestito: «Sono sardo, ma polacco di mamma. Che show con l’ex bomber della Lazio»
Novara, Del Fabro si racconta: «Io, la Juve, Klose»

NOVARA - Papà sardo, mamma polacca, professione difensore centrale. Dario Del Fabro è un acquisto dell’ultima estate: la Juventus ha ceduto Filippo Romagna al Cagliari (sul quale conserva un diritto di prelazione) e in cambio ha ottenuto il 22enne di Alghero.
 
Una settimana a Vinovo, poi il prestito al Novara, in B.
 
«Sono stati giorni indimenticabili quelli che ho trascorso al centro sportivo bianconero con gli altri ragazzi in attesa di una squadra. La Juve era negli Stati Uniti, ma vivere Vinovo mi è bastato per restare a bocca aperta. Me lo sono goduto come un ragazzino che mette piede per la prima volta nello stadio dei sogni. In ogni angolo percepisci la mentalità vincente. Sui muri della palestra sono affissi dei quadretti con frasi motivazionali. Me ne sono appuntata una: “La chiamiamo fortuna, però è costanza. La chiamiamo casualità, però è volontà. La chiamiamo genetica, però è sacrificio”. Mi ha dato la scossa, quando l’ho letta. In pochi secondi ho capito perfettamente la società in cui ero approdato».

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E’ soddisfatto di come sta andando a Novara?
 
«Ho giocato in 7 partite su 16, sto trovando continuità. Recentemente mi ha fermato solo l’infortunio al naso. Sabato, però, rientro: contro l’Empoli avrò una mascherina protettiva».
 
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Un anno fa, a Pisa, aveva Gattuso come tecnico: sorpreso di vederlo al Milan?
 
«Per niente, ero certo che sarebbe arrivato in alto. A me ha dato molto e se penso a quando mi telefonò la prima volta... Ero in vacanza, mi suona il cellulare: “Pronto, sono Rino Gattuso”. Giuro, ho pensato a uno scherzo. Un simbolo dell’Italia Mondiale...».
 
Com’è il tipico sardo?
 
«Testardo e permaloso. Io sono entrambe le cose».
 
Ma è “polacco” di madre...
 

«Da mamma ho preso il carattere: sto sulle mie, non do grande confidenza. Io mi sento italiano. Anche se una volta ho fatto il polacco... in campo. Era un Lazio-Cagliari del gennaio 2013, lo ricordo bene. E’ stato il mio esordio da titolare in serie A con i rossoblù, in precedenza avevo giocato solo mezzora contro la Juve. A fine partita mi sono rivolto a Klose in polacco, visto che lui è un tedesco nato in Polonia. Mi ha guardato stranito, poi si è divertito e abbiamo chiacchierato due minuti».

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