TORINO - Chi ancora si chiedeva perché mai Massimiliano Allegri avesse lasciato in panchina Paulo Dybala nel big match contro la Roma, ieri sera ha avuto una nuova spiegazione. Il motivo è tattico: il 4-3-3 con il tridente atipico Dybala-Higuain-Mandzukic è difficile da sostenere. Questione di equilibri in fase di non possesso palla, quando il 4-3-3 si trasforma in 4-4-1-1 con Mandzukic laterale a sinistra e Dybala adestra. La Joya ha mille qualità, parliamo di un talento tra i migliori al mondo, però non ha le caratteristiche fisiche per scivolare sulla fascia destra trasformandosi in esterno “alla Mandzukic” nel momento in cui ad attaccare sono gli avversari.
RIECCO IL 4-2-3-1 - Il Verona, che non ha la qualità della Roma quando attacca in ampiezza avanzando i laterali difensivi (seppur Caceres sia un signor terzino), ha evidenziato questo limite dei bianconeri, tanto che Allegri dopo mezzora scarsa è corso ai ripari ripristinando il 4-2-3-1. Prima spostando Mandzukic a destra e allargando Matuidi a sinistra (dove il francese aveva giocato a Napoli), con Dybala alle spalle di Higuain e la coppia Bentancur-Khedira davanti alla difesa. Poi inserendo un esterno puro con il cambio all’intervallo tra Rodrigo Bentancur e Federico Bernardeschi. Un centrocampista centrale in meno (ossia l’ex Boca) un’ala in più (l’ex viola), con Matuidi tornato al centro accanto a Khedira.
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