Buffon: «Se servo all'Italia, rispondo 'presente'»

Il portiere della Juventus a Tiki Taka: «Ho un forte senso di attaccamento e responsabilità verso la Nazionale, se c'è bisogno di me io non posso disertare»
Buffon: «Se servo all'Italia, rispondo 'presente'»© Marco Canoniero

ROMA - «Se la Nazionale ha bisogno di te, devi rispondere 'presente'». Così Gigi Buffon apre alla chiamata in azzurro del nuovo ct Di Biagio. Il portiere della Juve, ospite della trasmissione Tiki Taka, ha confermato il suo attaccamento alla Nazionale: «Le parole del nuovo ct? Ho un forte senso di responsabilità e di attaccamento che nutro ancora verso la Nazionale, soprattutto in questo momento di transizione. C'è un ciclo di amichevoli delicate che ci aspettano: pensavo di andare in vacanza qualche giorno ma penso che quando la Nazionale ha bisogno di te, bisogna rispondere presenti e non disertare. Da giugno, poi, si faranno altri ragionamenti. Questa per me è una forma di fedeltà e responsabilità verso l'Italia. Il ritorno di Balotelli in azzurro? Sarei felice se Mario tornasse perché avrebbe la possibilità di dimostrare che è maturato al 100%, potrebbe far vedere con continuità che è diventato un grande giocatore. Penso che Balotelli per quello che sta facendo negli ultimi due anni meriti di essere preso in causa anche per la Nazionale».

Buffon ha poi parlato della resurrezione del Milan grazie a Gattuso: «È un ragazzo che ha studiato, che ha delle idee tattiche e giustamente si arrabbia quando lo si sminuisce dicendo solo che è solo grinta e temperamento. Donnarumma mio erede? Non l’ho incoronato io ma lo ha fatto da solo attraverso grandi prestazioni». Sull'avversario più forte mai affrontato in carriera, Buffon non ha dubbi: «Ronaldo il Fenomeno è stato qualcosa di incredibile, sembrava un extraterrestre che giocava con degli umani. L’addio al calcio di Totti? Lo conosco dall’Under 15 della Nazionale. Abbiamo passato 25 anni di calcio insieme e non dico nulla di nuovo se affermo che lui, insieme a Del Piero, Baggio, Cassano e Pirlo sono stati i più grandi talenti in assoluto. Credo che lui abbia sofferto tanto quando ha strappato questo cordone che lo legava alla Roma e questo allontanamento dal ruolo di giocatore».

Sul futuro Buffon non si sbilancia: «Cosa farò l’anno prossimo? Ora devo solo concentrarmi su questo finale di stagione. Sono sicuro e sono molto tranquillo su quella che sarà la mia scelta che comunicherò, d’accordo con la società, al momento opportuno. Futuro da dirigente? Ognuno di noi deve seguire la strada che sente dentro. Per chi vive di emozioni così forti come noi calciatori, lo smettere di giocare è come se fosse la ‘prima morte’ che si subisce».

Capitolo scudetto: «La vittoria del Napoli a Cagliari? Non l’ho vista, ma mi sembra che il Napoli non abbia avuto particolari problemi. Se quest’anno vogliamo regalarci il settimo scudetto ci sarà da fare qualcosa di straordinario perché il Napoli non sta regalando niente. Se non fossi il portiere della Juve mi piacerebbe lo scudetto a Napoli? Mi piacciono le storie di sport e passione e a Napoli tutto questo c’è. La panchina di Insigne contro la Svezia? Lorenzo dopo quella gara ha dimostrato di essere un campione, un giocatore molto maturo perché non ha fatto nessun tipo di polemica contro il ct».

Ultima battuta sulle finali di Champions League perse dalla Juve: «Le finali di Champions perse? Io ho giocato tre finali e le ho perse tutte. Non so se questo può incidere, col Milan abbiamo sbagliato tre rigori su cinque, invece nelle ultime due abbiamo giocato contro squadre superiori, come il Barcellona dove abbiamo perso per episodi ma giocando alla pari. A Cardiff invece siamo stati troppo presuntuosi, pensavamo di giocarcela alla pari e se si ha questo pensiero col Real vuol dire che non abbiamo capito come affrontare una squadra come loro».

 

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