STORICO BUFFON - «Domani per tutti, e per Gigi in particolare, sarà una giornata storica. Pensiamo a festeggiarlo. Poi lui deciderà cosa fare, ma l’importante è che domani si festeggi quarto scudetto, Coppa Italia e la chiusura della carriera di Buffon alla Juventus.. Ci manca un ultimo pezzettino: se riuscissimo a non subire gol contro il Verona, saremmo la squadra che per più partite non ha subito gol in tutta la storia dei campionati italiani. Sarebbe importante anche per Gigi».
AGGETTIVI SCUDETTI - «Questi miei 4 anni sono stati tutti diversi: il primo è stato l’anno della consapevolezza visto che la squadra è cresciuta in autostima. Il secondo è stato diverso: la tenacia ci ha contraddistinto, con la rimonta incredibile culminata con 25 vittorie su 26 partite finali. Il terzo scudetto è stato quello della costanza: partiti in testa e arrivati in testa. L’ultimo invece è il più bello, quello dell’orgoglio. Ci vuole molto rispetto: chi non fa i complimenti alla Juventus non ha rispetto del lavoro che i giocatori hanno fatto in questi 4 anni. Questa è maleducazione sportiva. E poi non si può mettere in discussione una squadra che vince 4 scudetti, 4 coppe Italia e fa due finali di Champions. E non la si può mettere a confronto con una squadra che non ha giocato manco una finale (riferimento evidente al Napoli, ndi). La cosa che mi ha infastidito di più? Il fatto che dopo Napoli ero considerato inadeguato a fare l’allenatore. Avevamo perso e tutti avevano dato lo scudetto al Napoli. Ma lì è stata la settimana più bella della stagione, per me: i ragazzi sono straordinari, loro erano convinti che il Napoli una l’avrebbe persa e così è stato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA