TRE PUNTI CHIAVE DEL PERCORSO - Andrea Agnelli ricorda poi tre momenti chiave durante i suoi anni di presidenza: "Nel 2010 voglio andare in ufficio il sabato mattina e trovo l’ufficio sprangato, questo dà la dimensione della passione della gente che lavora, l’anno successivo un sabato mattina di maggio ci sono 30 persone che lavorano, stamattina sono arrivato in ufficio alle 7,15 e con me c’erano già 5 persone, segnale tangibile della dedizione. Crescita passa attraverso le vittorie, ma anche nelle sconfitte si cresce e si impara, momento che ha segnato la crescita è stata la finale di Berlino nel 2015 quando, andando a premiare i giocatori sul campo, abbracciarli e ringraziarli è stato per me un motivo di insegnamento per mantenere vivo fuoco della passione per raggiungere obiettivi. Infine, l’arrivo di CR7 alla Juve: sapere che il più forte sceglie la Juve è motivo di grandissimo orgoglio, ho sempre sostenuto che nel calcio come in un'azienda il gioco la fa la squadra, ma avere i migliori in ogni ruolo aiuta a ottenere gli obiettivi prefissati".
SU MAROTTA E MAZZIA - "Per le prossime sfide abbiamo deciso di rinnovare la leadership della Juventus. Come ho avuto modo di dire il modello organizzativo non cambierà e si fonderà su tre pilastri: servizi, ricavi e centralmente lo sport. Prima di entrare in quelli che saranno gli obiettivi, però, è da parte mia doveroso un ringraziamento ai due amministratori delegati uscenti: Aldo Mazzia, che è qui con noi oggi, e Giuseppe Marotta". Applauso da parte di tutta la sala. "Aldo è entrato nel gruppo nel 1987 ed è stato assunto da mio padre, questa è la curiosità di un cerchio che si chiudo. Ha svolto incarichi nell'aria di amministrazione e controllo fino a diventare CEO con ruoli importanti. Il suo ruolo è stato chiave nello sviluppare la parte relativa al percorso dello stadio e della Continassa, seguiti da lui in prima persona. Se oggi ci possiamo vantare di avere una sede accanto allo stadio, un centro tecnico all'avanguardia, un albergo e un concept store, lo dobbiamo ad Aldo. E di questo Aldo, non solo io, ma la Juventus, ti è grata". Applauso. "Parlare da parte mia di Giuseppe Marotta come professionista del mondo del calcio rischia di essere riduttivo. Sono 40 anni che gestisce club di calcio, con successi come quelli del Venezia. Poi l'Atalanta e la Samp lasciata in Champions prima di raggiungere la Juve. La capacità, la conoscenza di Marotta, sono stati strumentali per la crescita di questa Società e anche a lui dobbiamo un caloroso ringraziamento e un applauso. L'elemento che ci ha permesso le scelte che abbiamo fatto è la capacità di Aldo e Beppe di far crescere professionisti sotto di loro, far crescere futuri professionisti che possano prendere il loro ruolo. Si è scelto di conferire i ruoli a risorse già presenti in azienda. Per quanto riferibile a Beppe Marotta, si è scelto di ridistribuire le mansioni in parte a chi già ricopriva un ruolo apicale e a chi fa già parte del Consiglio. Ci sarà quindi una nuova generazione di leader cui affidare la Juventus. Per quanto riguarda lo sport mi rifaccio a un'introduzione di un articolo dopo la partita di Manchester di ieri: "L'Olimpo europeo è una cerchia ristretta di cui la Juve fa parte stabilmente". Questo non potrà che essere sul campo il nostro obiettivo, mantenere ciò per cui abbiamo lavorato in questi anni.