Tutto il popolo Juve si affida a Ronaldo e lui ne è esaltato

Cristiano è pronto a trascinare la squadra e i tifosi nella sua Madrid, dove quelli del Real lo snobbano e l’Atletico lo teme
Tutto il popolo Juve si affida a Ronaldo e lui ne è esaltato© www.imagephotoagency.it

MADRID - E’ tutto fin troppo simbolico: iniziare la fase finale della Champions nella città dove si è interrotto il sogno l’anno scorso per colpa del piede (destro) di chi oggi prende per mano la Juventus nella sua Madrid, contro avversari che ha spesso tartassato e con la scioltezza di chi frequenta gli ottavi di Champions League come il tinello di casa sua.

Ma in fondo cosa c’è di più simbolico di Cristiano Ronaldo che gioca nella competizione che più ama, che ha già vinto cinque volte, nella quale ha segnato 122 volte (e in tre finali diverse, primato assoluto)? E’ nel suo sorriso spavaldo che si sciolgono buona parte delle ansie di Coppa della Juventus e del suo popolo. Perché stasera CR7 non sarà solo l’uomo guida della squadra al Wanda Metropolitano, ma di tutti i tifosi bianconeri che non vedono l’ora di capire qual è la sensazione che si prova ad affrontare una partita decisiva di Champions con Ronaldo dalla propria parte, visto che il contrario l’hanno già provato. Le sue qualità tecniche, quindi, saranno importanti almeno quanto il suo potere taumaturgico sulle motivazioni della squadra e dei suoi tifosi in questa particolare circostanza.

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E’, insomma, arrivato il momento di toccare con mano il perché nello scorso luglio Andrea Agnelli è salito su un aereo per raggiungere una sperduta isoletta nell’Egeo, rendendo leggendaria l’estate bianconera. Ronaldo non verrà giudicato solo per la prestazione di stasera, ma la prestazione di stasera è come un nuovo esordio e l’attesa per l’idolo è ai massimi livelli.

Anche e soprattutto a Madrid, dove lo rimpiangono amaramente pur senza volerlo dare a vedere. Quelli del Real fanno gli snob, pensano alla loro crisi, facendo le pulci a Bale (che non lega con la squadra e si è beccato il soprannome di “golfista”) e Marcelo, reo di dare cattivi esempi, ma quasi nessuno pronuncia il nome di Cristiano, soprattutto in questi due giorni in cui è qui, nella loro città, nella loro coppa, ma in un’altra squadra. Deve averlo percepito in qualche modo, Cristiano, o almeno è bello interpretare così certi sorrisi vagamente beffardi all’arrivo a Madrid, città che continua ad amare, nonostante tutto e tutti.

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MADRID - E’ tutto fin troppo simbolico: iniziare la fase finale della Champions nella città dove si è interrotto il sogno l’anno scorso per colpa del piede (destro) di chi oggi prende per mano la Juventus nella sua Madrid, contro avversari che ha spesso tartassato e con la scioltezza di chi frequenta gli ottavi di Champions League come il tinello di casa sua.

Ma in fondo cosa c’è di più simbolico di Cristiano Ronaldo che gioca nella competizione che più ama, che ha già vinto cinque volte, nella quale ha segnato 122 volte (e in tre finali diverse, primato assoluto)? E’ nel suo sorriso spavaldo che si sciolgono buona parte delle ansie di Coppa della Juventus e del suo popolo. Perché stasera CR7 non sarà solo l’uomo guida della squadra al Wanda Metropolitano, ma di tutti i tifosi bianconeri che non vedono l’ora di capire qual è la sensazione che si prova ad affrontare una partita decisiva di Champions con Ronaldo dalla propria parte, visto che il contrario l’hanno già provato. Le sue qualità tecniche, quindi, saranno importanti almeno quanto il suo potere taumaturgico sulle motivazioni della squadra e dei suoi tifosi in questa particolare circostanza.

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