La madre di Kean: «Grazie Juve, con te è diventato un uomo»

Racconti e aneddoti sul millennial che stupisce da mamma Isabel: «In casa lo chiamiamo mosè, la sua nascita è stata un vero miracolo»
La madre di Kean: «Grazie Juve, con te è diventato un uomo»© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

TORINO - «Era felice, felicissimo. Mi ha chiamato stamattina (ieri, ndr), ancora frastornato dal debutto, dal gol. Io che cosa gli ho detto? Che è stato grandissimo, di continuare così, di ascoltare sempre l’allenatore e i compagni più grandi». Parla con un evidente inflessione francese la signora Isabelle, mamma di Moise Kean, il Millennial che ha conquistato l’Italia ed è in rampa di lancio per prendersi la Juventus, l’Europa e il mondo. «Per una mamma è una grande soddisfazione vedere che lui ce l’ha fatta, che ha raggiunto livelli così alti, mai me lo sarei immaginato, soprattutto pensando da dove siamo arrivati».



Signora Isabelle, quando è arrivata in Italia dalla Costa d’Avorio?
«Nel 1990, a Vercelli, dove sono nati i miei figli, Giovanni nel 1993 e Mosè nel 2000. Sa perché noi il piccolo di casa lo chiamiamo così?».

No, ce lo spieghi lei...
«Perché la sua nascita è stata un miracolo. I dottori mi avevano detto che non avrei potuto avere altri figli, io piangevo e pregavo. Anche Giovanni mi chiedeva un fratellino. Una notte ho sognato Mosè, era venuto per aiutarmi e dopo quattro mesi sono rimasta di nuovo incinta».

La Juve applaude Kean

Poi si è separata dal marito e ha mantenuto lei i suoi figli.
«Sì, quando Mosè aveva 4 anni ci siamo trasferiti ad Asti e ho trovato lavoro in una casa per anziani. Facevo il turno di notte, in casa restava il figlio del mio ex marito, che è più grande, e guardava Giovanni e Mosè. Non potevo fare altrimenti, ma in casa di soldi ne entravano pochi. Andavo anche dalle suore, che mi davano del cibo. Poi ho fatto il corso da infermiera generica e per 15 anni ho lavorato in una comunità riabilitativa. Non è stato facile, ma il successo di Moise mi ripaga di tutti i sacrifici».

Che regalo le ha fatto Moise dopo aver firmato il suo prima contratto da professionista con la Juventus?
«Mi ha chiamato alle 5 e mezza di notte, io stavo andando al lavoro a Nizza Monferrato. Mi sono spaventata, pensavo che gli fosse successo qualcosa. Invece mi dice “mamma, c’è una sorpresa per te”, io gli ho risposto “non dirmi che non hai firmato con la Juve”. E lui “no, mamma, ho firmato e tu da oggi non lavori più e vieni a vivere a Torino con me"». [...]

[...]Invece come nasce la danza dopo il gol?
«Beh, Mosè balla e canta, gli piace tantissimo. In casa si sfoga così ed è pure bravo. Ma non è l’unica cosa che fa...».

Che cos’altro fa?
«Lui gioca a pallone anche in casa...».

Ma anche adesso che è “grande”?
«Anche adesso: dategli un pallone e lo rendete felice. E’ instancabile: anche dopo un giorno di allenamento, torna a casa e la prima cosa che fa è quella di palleggiare».

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