Papà Kean: «Bonucci ha detto stupidaggini. In famiglia aspettiamo il Pallone d'Oro»

Biorou Jean Kean ha parlato ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital della vicenda che ha visto coinvolto Moise e i tifosi sardi. «Questo atteggiamento di razzismo nasce quando un giocatore di colore va in nazionale. Prima non lo facevano»
Papà Kean: «Bonucci ha detto stupidaggini. In famiglia aspettiamo il Pallone d'Oro»© Getty Images

TORINO - La Juventus continua a volare verso l'ottavo scudetto consecutivo, trascinata, soprattutto nelle ultime giornate, dai gol di Moise Kean. Il giovanissimo e talentuso attaccante azzurro martedì è andato a segno anche contro il Cagliari, realizzando la sua quarta rete in appena sei match di campionato. La sua esultanza con le braccia aperte rivolte verso la curva del Cagliari non è piaciuta ai tifosi sardi, che lo hanno preso di mira e insultato con ululati razzisti.

Sulla vicenda è interventuto anche il papà di Moise, il signor Biorou Jean, che ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital ha dichiarato: «In Africa quando allarghi le braccia vuol dire che cosa ho fatto?. È quello che ha fatto lui. Non voleva provocare, è un ragazzo educato, gli piace ballare e scherzare con la gente. A volte nel calcio c'è razzismo. Con Balotelli hanno fatto la stessa cosa, e oggi lui è animato da uno spirito di rabbia ovunque vada. Questo non è un buon segno, così si puo' influenzare negativamente la carriera di un calciatore. Questo atteggiamento di razzismo - continua il papà di Moise - nasce quando un giocatore di colore va in nazionale. Prima non lo facevano. Vedere Moise in azzurro,  è stata una gioia. Era il suo sogno. Ora in famiglia aspettiamo il Pallone d'Oro».

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L'ATTACCO A BONUCCI E SULLA STORIA DEI TRATTORI...- Il papà del 19enne di Vercelli è anche intervenuto sulle dichiarazioni di Leonardo Bonucci nel postpartita di martedì, che ha diviso le responsabilità fra il giocatore e la curva: «Ha sbagliato, ha detto una stupidaggine. Quello che è successo non mi è piaciuto per niente. A Moise ho detto di stare tranquillo, anche questo fa parte del percorso di un campione». Il padre dello juventino, però, è indulgente con i tifosi sardi: "Secondo me lo stadio del Cagliari non va chiuso. Dico di perdonarli». Il giovane attaccante bianconero ha detto che se è l'uomo che è oggi lo deve a sua madre: «Questi sono problemi di famiglia, ma io e mio figlio abbiamo un buon rapporto. I trattori promessi dalla Juventus? Ho chiesto alla società di aiutarmi, quando mio figlio sarà grande: voglio dare una mano ai miei parenti che vivono in Costa d'Avorio, lì abbiamo duemila ettari di terreni».

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