Dybala alla prova del 9, l'anno del rilancio alla Juve

Come con l’Argentina, per la Joya possibile ritorno alle origini anche con Sarri
Paulo Dybala (25 anni)© Marco Canoniero

E’ reduce dalla più difficile e sofferta delle sue stagioni bianconere, Paulo Dybala, ma attende bramoso - colpi di scena di mercato permettendo - quella che potrebbe essere la più sfiziosa, esaltante, prolifica. Un po’ da nuova vita, un po’ da ritorno al passato. Già perché se è vero che in caso di conferma di Massimiliano Allegri sarebbero lievitate le possibilità di cessione della Joya, è altrettanto vero che con l’arrivo di Maurizio Sarri aumentano in maniera esponenziale le probabilità di permanenza e, più ancora, di rilancio. Magari vera e propria consacrazione a livello mondiale. Consacrazione non più da numero 10 - opzione sulla quale ha provato, sia pure in varie declinazioni, a lavorare Allegri - bensì da numero nove. Più o meno vero, nove, o falso, nove. Uno che segna, comunque. Che punta la porta, che può dedicarsi ad offendere e cercare la via del gol più ancora che a fornire opera di raccordo tra i reparti. Di fatto, un po’ sulla scorta di quanto sta accadendo nell’Argentina, come Dybala ha sottolineato soddisfatto tra una frecciata all’ex ct SampaoliNon mi salutava neanche, mai vista una cosa così») e una disamina tattica: «Con Scaloni abbiamo parlato prima della Coppa America: mi ha detto che voleva che giocassi da nove ed è stato così sia prima del torneo che durante la competizione».

Come Sarri farà giocare Dybala

Con Sarri si potrebbe proseguire su questa falsa riga, dunque. E per la verità si tratterebbe di un ritorno al passato. Dybala l’ha pure avuto sulla maglia, il “nove” e se Fabio Paratici e Beppe Marotta, nel 2015, hanno deciso di puntare su di lui, è anche in virtù dei movimenti che faceva nelle vesti di centravanti. In principio, in Italia, fu Beppe Iachini... «Sì, io vedevo Paulo centravanti già quando aveva 18 anni. Nonostante molti dicessero che era un esterno, al Palermo lo facevo giocare vicino alla porta. Lui è bravo ad attaccare la profondità - continua il tecnico -, ad aprire gli spazi: dunque se sta vicino alla porta è ancora più prezioso; con quel piede che ha, gli viene più facile cercare la conclusione e il gol. E se ero convinto di questo allora, lo sono ancora di più ora che Paulo è cresciuto e ha maggiore esperienza: in questo ruolo può dare tantissimo». 

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