Cristiano Ronaldo adesso deve trascinare la Juve

Era il più arrabbiato per la sconfitta di Riad: il suo carisma può far crescere la squadra, soprattutto in Champions dove sta iniziando i suo momento
Cristiano Ronaldo adesso deve trascinare la Juve© AFPS

TORINO - C'è stato qualche impaccio atletico, denunciato da Maurizio Sarri. C'è stato qualche errore di atteggiamento difensivo. E qualche imprecisione di troppo nello sviluppo della manovra offensiva. Ma al netto delle analisi tecniche della sconfitta di Riad, resta in molti la sensazione di una Juventus senza anima, quell'anima guerriera e indomita che ne ha caratterizzato i momenti difficili nel corso del lungo ciclo di Andrea Agnelli. Quell'atteggiamento che ha sempre spaventato gli avversari anche più delle qualità tecniche dei numerosi fuoriclasse. Ci sono molteplici fattori che incidono su questo: per esempio c'entra sicuramente la mancanza di Chiellini in campo, considerato il suo apporto morale, così come incide quella sottile presunzione (o mancanza di umiltà) che ha caratterizzando certi approcci di quest'anno (quando la Juventus si è sentita più forte e in grado di vincere comunque grazie alla indubbia superiorità tecnica). E probabilmente è mancato anche il carisma di Cristiano Ronaldo, da qualche settimana tornato a buoni livelli, ma per una parte dell'autunno alle prese con il fastidio al ginocchio che ha limitato molto il livello delle sue prestazioni, frustrandolo non poco.

Ma è forse arrivato il momento in cui Cristiano trascini la squadra dietro la sua smania di vincere. Il fatto che domenica sera fosse il più arrabbiato di tutti, al limite delle lacrime, visibilmente al colmo della rabbia, per aver perso una Supercoppa Italiana (che è sempre un trofeo, per carità, ma si sarebbe persa nel suo palmares infinito) è indicativo della sua tremenda voglia di vincere, sempre e in qualsiasi situazione. Quella voglia che deve riuscire a trasmettere ai compagni. Il carisma non gli manca, anche se non è mai stato un leader nel vero senso della parola, ma adesso che sta arrivando il suo momento, ovvero la fase a eliminazione diretta della Champions League, può accendere nei compagni la convinzione nelle grandi imprese, come è già accaduto.

La sconfitta di Riad non l'ha presa bene. Alle espressioni e ai gesti del post partita è seguito un significativo silenzio social (che verrà interrotto tra oggi e domani con il Natale in famiglia) di chi fatica a sbollire. Tutto regolare, tutto molto ronaldesco, ma tra poco troverà il modo di trasformare la rabbia in carburante per alimentare la ripresa degli allenamenti e l'inseguimento di nuovi obiettivi. Il Ronaldo di Genova, quello che ha saltato a 2 metri 56 centimetri per segnare uno dei suoi gol più belli, per esempio, è nato dalla frustrazione per il male al ginocchio. E adesso per CR7 ricomincia l'inseguimento all'obiettivo, anzi l'Obiettivo che per lui è sempre la Champions League. I ronaldisti madrileni spiegano che gli sembra di rivedere le stagioni più vincenti del loro ex idolo: autunno sotto tono, inverno fra alti e bassi, esplosione irrefrenabile in primavera. Ogni campione ha un suo bioritmo, quello di Ronaldo è storicamente sincronizzato con la fase decisiva della stagione (l'anno scorso segnò 3 gol all'Atletico e due all'Ajax), quando ogni partita può significare un passo decisivo verso un trofeo. E Ronaldo è in grado di caricarsi la squadra sulle spalle.

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