Juve-Inter, missione derby d’Italia atto II

Settimana strana tra rivali girevoli e più allenamento. Sarri e lo staff hanno preparato inutilmente due partite. Non giocare però ha permesso un lavoro più intenso
Juve-Inter, missione derby d’Italia atto II© Manuela Viganti/Agenzia Aldo Liverani sas /AGENZIA ALDO LIVERANI SAS

TORINO - Sicuramente surreale, con una partita rinviata alla vigilia e un’altra a meno di 24 ore dal fischio d’inizio. Di certo non ideale dal punto di vista psicologico, come non lo è stata per nessuno in Italia e probabilmente nel mondo per la preoccupazione causata dal diffondersi del coronavirus, che i calciatori sentono come chiunque altro. Sul piano strettamente calcistico, però, la strana settimana seguita alla sconfitta di Lione in Champions non è stata tutto sommato una brutta settimana per la Juventus. Maurizio Sarri e il suo staff hanno dovuto fare i conti con i cambiamenti improvvisi del calendario, hanno studiato avversarie e preparato partite a vuoto, però hanno avuto anche un po’ più di tempo per recuperare i giocatori reduci da infortunio e per ricaricare le batterie fisiche e mentali dopo Lione.

La Juventus batte l'Inter a San Siro

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COL SENNO DI POI - Certo, avendo saputo che tra la partita del Groupama Stadium e la successiva sarebbero passati 10 giorni e che la successiva sarebbe stata contro l’Inter, l’allenatore bianconero avrebbe impostato diversamente il lavoro, ma il senno di poi in una situazione d’emergenza come quella attuale ha meno senso che mai. E così è poco male se l’allenamento di venerdì 28 febbraio, dedicato a lavoro tecnico, possesso palla e conclusioni, era stato improntato a far fronte alla sfida con l’Inter di due giorni dopo. Alla fine quella è stata l’unica seduta della scorsa settimana che avrebbe potuto essere diversa: l’allenamento del giovedì, anche sapendo già del rinvio, sarebbe comunque stato impostato su un lavoro defaticante per chi aveva giocato a Lione la sera prima e intenso per gli altri, mentre sabato 29 la squadra è scesa in campo di pomeriggio alla Continassa sapendo già che il giorno dopo non avrebbe giocato. Così Sarri ha potuto trasformare quella che era programmata come seduta di rifinitura in una sessione più lunga e completa, con lavoro fisico, partitelle ed esercitazioni per reparti, concedendo poi la domenica di riposo ai giocatori. Lunedì è scattata la missione finale di Coppa Italia e certo quell’allenamento e la rifinitura di martedì, impostati sulla sfida in programma ieri contro il Milan, sarebbero stati diversi se Sarri avesse saputo che la squadra non avrebbe giocato fino a domenica sera e che l’avversaria sarebbe stata l’Inter. «Dobbiamo prendere tutto come un fatto compiuto, adeguarci a quello che ci dicono e concentrarci sulla partita, altrimenti sprechiamo energie inutilmente», aveva commentato con filosofia il tecnico in quella che doveva essere la vigilia di Coppa. Così ieri la Juventus ha riannodato il filo con l’allenamento di venerdì 28 febbraio, tornando a pensare all’Inter in una seduta dedicata alla tecnica e con tanto di partita in campo lungo.

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TORINO - Sicuramente surreale, con una partita rinviata alla vigilia e un’altra a meno di 24 ore dal fischio d’inizio. Di certo non ideale dal punto di vista psicologico, come non lo è stata per nessuno in Italia e probabilmente nel mondo per la preoccupazione causata dal diffondersi del coronavirus, che i calciatori sentono come chiunque altro. Sul piano strettamente calcistico, però, la strana settimana seguita alla sconfitta di Lione in Champions non è stata tutto sommato una brutta settimana per la Juventus. Maurizio Sarri e il suo staff hanno dovuto fare i conti con i cambiamenti improvvisi del calendario, hanno studiato avversarie e preparato partite a vuoto, però hanno avuto anche un po’ più di tempo per recuperare i giocatori reduci da infortunio e per ricaricare le batterie fisiche e mentali dopo Lione.

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